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Categoria: Evidenza

Comunicato unitario Piano Industriale 2013-2018

Posted on 12 Aprile 201414 Aprile 2014 By Claudio Voghera

Segreterie di Coordinamento UniCredit Spa

Dircredito Fabi Fiba/Cisl Fisac/Cgil Sinfub Ugl Credito UilCa

IL PIANO INDUSTRIALE 2013-2018 E LA BANCA:

proprio non ci siamo!

Il nuovo Piano Industriale di UniCredit si abbatte, ancora una volta, sulla rete distributiva e sugli organici delle filiali: non è una novità, purtroppo, né una brillante soluzione.

Infatti, a fronte di un dimagrimento del tutto insignificante – ben 200 persone! – delle strutture di DG e Competence Lines, si ipotizzano migliaia e migliaia di esuberi negli sportelli.

Seicento di queste presunte eccedenze sarebbero determinate dalla realizzazione del progetto Flex4you; ciò smentisce in maniera evidente le affermazioni fatte dalla dirigenza solo pochi mesi fa, quando ci venne assicurato che questo progetto non era nato con l’obiettivo di recuperare personale, ma per migliorare l’efficienza e dare impulso all’attività commerciale.

D’altra parte l’azienda ci aveva anche detto che non si sarebbe fatta la scelta di chiudere ulteriori sportelli, e invece se ne chiudono altri 150 (500 dal 2013 al 2018)!

Questi sono solo alcuni dei motivi per cui il nuovo Piano Industriale proprio non ci piace.

Pesa infatti su di noi il sospetto che sia stato predisposto a tavolino e partendo dalla coda, decidendo prima il numero degli esuberi e solo in un secondo momento le aree della banca da cui eliminare posti di lavoro.

In attesa dell’avvio della trattativa sul complesso delle ricadute, esprimiamo una prima valutazione sul modello di banca che il Piano lascia intravedere, e che, alla luce delle informazioni di cui disponiamo, al momento proprio non ci convince.

Non condividiamo, ad esempio:

  • il perseguimento dell’efficienza attraverso la massima flessibilità;
  • l’attribuzione alla multicanalità di proprietà “taumaturgiche”, come se questi mezzi fossero in grado, di per sé, di garantire il rilancio della crescita;
  • l’allontanamento forzoso della clientela dalle agenzie e il contemporaneo rifacimento del lay out di mille di queste (per chi, se i clienti non devono più andarci?);
  • la riduzione all’osso degli organici delle filiali, già oggi in grandissima sofferenza, che metterà ancora più a repentaglio la qualità del servizio;
  • lo svilimento della professionalità e la trasformazione del bancario in agente di commercio (vedi l’ultima iniziativa per la vendita di attrezzi da palestra, prodotti veramente poco “bancari”);
  • la quasi totale rivisitazione delle figure professionali;
  • l’eccessiva standardizzazione dei processi, che porta con sé l’eliminazione del valore aggiunto rappresentato dall’apporto del fattore umano.

Manca un progetto vero di valorizzazione del personale, la risorsa più importante per un’azienda di servizi, su cui andrebbero focalizzati gli investimenti.

Non si intravede una nuova visione del credito come funzione centrale dell’attività bancaria attorno alla quale sviluppare servizi utili e innovativi per le imprese e ad alto valore aggiunto per la banca.

Ci pare che, ancora una volta, la risposta alle difficoltà da parte di UniCredit sia di tipo congiunturale: si intende perseguire l’obiettivo dell’efficienza senza però apportare modifiche significative all’impianto, affidandosi sostanzialmente all’innovazione tecnologica e alla riduzione massiccia di posti di lavoro.

D’altra parte le riorganizzazioni della banca degli ultimi anni (almeno quattro da one4C in poi) di fatto non hanno mai aggredito i problemi alla radice, lo dimostra il loro susseguirsi di anno in anno. E ogni volta gli interventi ci sono stati presentati come risolutivi, salvo poi averli messi in discussione dopo pochi mesi.

No, non è questo che intendiamo quando parliamo, nella nostra piattaforma per il rinnovo del CCNL, di un nuovo modo di fare banca!

A proposito di novità, ci viene riferito che il Country Chairman Italy (Piccini, per intenderci), in occasione dei recenti road show organizzati per illustrare la nuova banca, abbia affermato che nel giro di qualche anno lo stipendio dei consulenti sarà fisso solo per una quota parte, mentre per il resto diventerà variabile in quanto strettamente legato ai risultati.

Forse ha dimenticato che esiste un Contratto Nazionale che non consente, né consentirà un tale stravolgimento.

Appare poi quanto meno singolare, ma soprattutto scandaloso, che si sostenga una correlazione molto stretta, per lavoratrici e lavoratori, tra risultati e retribuzione, mentre nulla si preveda per chi continua a percepire compensi milionari a fronte di ripetuti bilanci in rosso e piani industriali regolarmente cambiati (falliti?) prima di essere conclusi.

NON LO PERMETTEREMO!

Milano, 11 aprile 2014

Segreterie di Coordinamento UniCredit Spa
Dircredito Fabi Fiba/Cisl Fisac/Cgil Sinfub Ugl Credito UilCa

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Evidenza, Newsletter & Comunicati Gruppo Unicredit

UCCMB: Comunicato unitario sullo sciopero

Posted on 10 Aprile 201411 Aprile 2014 By Claudio Voghera

Segreterie di Coordinamento Unicredit Credit Management Bank

E’ SCIOPERO!

In data odierna si è esperito il tentativo obbligatorio di conciliazione, passaggio formale preventivo ed indispensabile previsto per poter proclamare uno sciopero.

L’incontro si è tenuto in ABI a Milano, dove erano presente la Commissione Nazionale di Conciliazione, l’azienda e i rappresentanti sindacali aziendali.

Su richiesta della Commissione sono stati illustrati i motivi che hanno determinato lo stato di agitazione, evidenziando come siano due i fronti sui quali le lavoratrici ed i lavoratori di Unicredit Credit Management Bank hanno ritenuto necessario aprire una vertenza:

  1. gli eccessivi carichi di lavoro, evidenziati anche dal persistente e cospicuo ricorso al lavoro straordinario e alle prestazioni extra, aggravati dalle ulteriori nuove incombenze previste dalle normative, nonché da nuovi obiettivi commerciali che poco si conciliano con la natura della banca e la professionalità degli addetti;
  2. l’incertezza del futuro assetto societario, che prevede, come chiaramente evidenziato dal Piano Industriale di Unicredit, la possibilità della cessione di UCCMB al momento senza ulteriori dettagli né d’altra parte la certezza di sufficienti garanzie occupazionali e professionali.

L’Azienda ha fatto presente che sono già state predisposte alcune iniziative di carattere organizzativo per ricalibrare carichi e ritmi di lavoro, preannunciando la convocazione di un incontro nel quale verranno rappresentate nel dettaglio. Per quanto riguarda gli assetti societari futuri, confermando che sono state raccolte “importanti manifestazioni d’interesse” da parte di soggetti esterni al Gruppo, ritiene sia una questione che deve ricadere nella libertà imprenditoriale.

Non ritenendo esaustive né sufficientemente rassicuranti le risposte aziendali, i rappresentanti delle lavoratrici e dei lavoratori di Unicredit Credit Management Bank hanno ritenuto negativo l’esito del tentativo di conciliazione.

Le organizzazioni sindacali aziendali presenti al tentativo di conciliazione provvederanno quindi a formalizzare entro breve la proclamazione dello sciopero, già identificata nella giornata di

venerdì 9 maggio 2014

Nel frattempo proseguono le azioni di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e della politica a sostegno della vertenza che dovrà vedere tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori, a tutti i livelli e in tutte le strutture dell’Azienda, impegnati per la difesa del loro posto di lavoro e della loro professionalità.

Verona, 9 aprile 2014

Le Segreterie di Coordinamento di UCCMB

Dircredito – FABI – FIBA/Cisl – FISAC/Cgil – UILCA

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Evidenza, Newsletter & Comunicati Gruppo Unicredit

UBIS: Comunicato incontro del 27 marzo 2014

Posted on 28 Marzo 20141 Aprile 2014 By Claudio Voghera
UBIS: Comunicato incontro del 27 marzo 2014

UBIS la via della conservazione…
nulla si crea nulla si distrugge ma tutto si trasforma…

E’ con questa dichiarazione, fatta dal rappresentante aziendale, che vogliamo aprire il ns. comunicato che sintetizza l’incontro svolto il 27 marzo tra gli Organi di Coordinamento delle scriventi OO.SS. ed il responsabile delle Relazioni Industriali di UBIS. Certo non vorremmo scoprire che queste trasformazioni, che ristrutturano UBIS per una continua ricerca di efficienza (tutta da provare), non porteranno nessun beneficio ai Lavoratori, ma solo la conservazione del management e delle società di consulenza.

All’Ordine del Giorno dell’incontro vi erano due temi principali, la ristrutturazione della Service Line Security e i Pignoramenti di Roma, oltre a una anticipazione di nuove Micro Riorganizzazioni; nelle “varie ed eventuali” sono state le OO.SS. a far emergere nuove problematiche dell’area Tesorerie Italia.

Service Line Security

Il primo tema della giornata è stato affrontato con il referente dell’Organizzazione e l’HRBP della Services Lines Security.

L’azienda ha comunicato il trasferimento, con cessione individuale di contratto, di 13 Lavoratori da UBIS ad UniCredit S.p.A. distribuiti sui seguenti poli : 8 a Milano, 4 a Bologna e 1 a Roma, senza che questi trasferimenti comportino per i colleghi interessati fenomeni di mobilità territoriale.

Il trasferimento si è reso necessario per rafforzare il presidio in UniCredit S.p.A., in materia di sicurezza delle attività “antifrode” e “sicurezza fisica” (attività trasferite dalla stessa UniCredit S.p.A. in UBIS nel 2012). In UBIS rimarranno le attività connesse allo sviluppo ed implementazioni delle soluzioni tecnologiche, che secondo dichiarazione aziendale, rimangono fondamentali nella gestione del processo.

Il trasferimento di attività e del relativo personale risponde alla direttiva 263 di Banca d’Italia dello scorso luglio 2013, e – dichiarazione aziendale – “in analogia a quanto avvenuto in Germania ed Austria dove il personale che svolgeva analoghe mansione è rimasto in banca”.

Nel corso dell’incontro l’azienda ha dichiarato che nella struttura CSO, è allo studio il progetto Re-Think, che dovrebbe portare ad una rivisitazione globale del modello di Security a livello di gruppo, prevista per il prossimo settembre.

Pignoramenti Roma

L’azienda dichiara che il comparto è sotto osservazione e che l`attività verrà integrata con le risorse del perimetro Italia. Abbiamo chiesto maggior chiarezza sui tempi in cui le task force in Romania e a Torino dovranno terminare le loro attività e abbiamo ribadito che il tema verrà approfondito dalle RR.SS.AA. locali che hanno già richiesto un incontro specifico sul tema e ne abbiamo sollecitato lo svolgimento, anche per discutere delle risultanze dell’assemblea svolta a Roma nell’area interessata.

Micro Riorganizzazioni

L`azienda ci ha anticipato le riorganizzazioni di due strutture: “compattamento in ambito HR, con concentrazione in ambito organizzativo” e “aggiunta di una struttura di staff all’interno di alcune BL (tra cui la Banking Service Management)“.

In attesa di un maggior chiarimento sul tema, abbiamo richiesto dati ufficiali e analitici sulla riduzione della “cinghia manageriale” che avrebbe dovuto essere azione prioritaria e consequenziale alla creazione di UBIS. La riduzione di questi costi doveva essere un obiettivo aziendale, è quindi necessaria una puntuale verifica.

Tesorerie Enti

Abbiamo contestato l’atteggiamento intimidatorio utilizzato dal responsabile della struttura di Tesorerie durante una video conferenza con responsabili e referenti delle Tesorerie, subito dopo l’incontro in cui abbiamo fatto emergere tutte le criticità del settore. Il tono, ma soprattutto le frasi, usate vanno oltremodo contro tutti i principi di trasparenza e eticità, pilastri, sempre evidenziati, del Gruppo UniCredit. Alla luce degli ultimi avvenimenti abbiamo ribadito l’importanza del prossimo incontro previsto per maggio, al quale faremo precedere nuovamente nostri incontri con i colleghi interessati al fine di una puntuale verifica della situazione.

Non possiamo purtroppo che evidenziare un’analogia tra le vicende Tesorerie e Pignoramenti, sia nelle modalità con cui sono stati effettuati i passaggi in produzione delle nuove procedure che sulle modalità gestionali del personale interessato nei processi di riorganizzazione.

Abbiamo richiesto una verifica sui vari metodi adottati nei vari poli per la consuntivazione delle attività ed abbiamo ribadito che questa deve sempre attenersi alle norme vigenti in materia. Invitiamo i Lavoratori a segnalare alle OO.SS. eventuali utilizzi di questo strumento volti più a un illecito controllo del lavoratore anziché alla reportistica del lavoro svolto dall’ufficio/servizio.

Al termine dell’incontro abbiamo richiesto la diffusione del progetto Progetto 90 giorni, anche negli altri poli di UBIS.

Inoltre abbiamo sottolineato come non sia assolutamente giustificabile la non evasione da parte di ES SSC delle pratiche relative agli assegni familiari.

Anche se l’Azienda tende a riportare al centro delle dichiarazioni la loro attenzione alla “legge sulla conservazione della massa”, riteniamo che si stia ormai raggiungendo “la massa critica”… di raggruppamento rimane ben poco, dopo aver perso il ruolo di subholding assistiamo ad un processo di regressione o di trasformazione che ci preoccupa e che non condividiamo.

SEGRETERIE DI COORDINAMENTO

DIRCREDITO – FABI – FIBA/CISL – SINFUB – UGL/CREDITO – UIL.CA

Milano, 27 marzo 2014

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Evidenza, Newsletter & Comunicati UCS S.c.p.A. (ex UBIS S.c.p.A.)

Comunicato confluenza degli iscritti al Fondo Pensione Previp nel Fondo Pensione di Gruppo UniCredit

Posted on 24 Marzo 201428 Marzo 2014 By Claudio Voghera

Accordo per la confluenza degli/le iscritti/e al Fondo Pensione Previp nel Fondo Pensione di Gruppo UniCredit

Informiamo i 326 Colleghi/Colleghe iscritti/e al Fondo Pensione Previp che, il 17 marzo scorso, le OO.SS. di Gruppo ed i Rappresentanti del Gruppo Unicredit hanno raggiunto l’accordo per la loro confluenza nella Sezione II del Fondo Pensione di Gruppo UniCredit.

Tale accordo scaturisce dalla valutazione di una serie di elementi, in parte già riportati nel nostro precedente comunicato del 10 marzo ’14 (fra cui ricordiamo, ad es., il peggioramento delle condizioni originarie garantite dal Fondo Previp ai 326 iscritti; l’opportunità di effettuare la confluenza, senza nessun tipo di costo commissionale, anche nell’ipotesi di trasferimento dello stock accumulato ad un comparto diverso da quello di tipo assicurativo; l’aumento al 3% del contributo a carico del datore di lavoro in favore degli iscritti “post”, ecc.).

L’elemento fondamentale che caratterizza tale confluenza è la sostanziale conferma, a livello di singolo/a iscritto/a, di tutte le previsioni e caratteristiche individuali già in essere presso il Fondo Previp, sia in termini di qualifiche (iscritto “ante” o “post”), che di diritti, di contribuzioni e di prestazioni, con la previsione di concreti miglioramenti per una parte degli iscritti/e (aumento al 3% dei contributi mensili aziendali).


I CONTENUTI DELL’INTESA 17 MARZO 2014

  • Con decorrenza 1° aprile 2014verràaccesanel Fondo di Gruppo Unicredito, nella sezione II,  a favore di ciascun iscritto/a al Fondo Previp (per tutti i Lavoratori in servizio e gli “esodati” ma non i pensionati che hanno mantenuto attiva la loro posizione nel Fondo)una posizione personale a capitalizzazione individuale.
  • Da tale data, tali posizioni saranno alimentate nelle stesse misure e modalità con cui venivano alimentate in Previp: stesso contributo aziendale e individuale, stesso TFR maturando.
  • Per la maggioranza degli iscritti a Previp, tale fondo pensione rappresentava il terzo pilastro della previdenza(erano principalmente di provenienza Crt, ed avevano quindi Inps, Fondo Pensione Crt, Previp). Per costoro l’azienda proseguirà con il versamento dello 0,1%.  La normativa di legge attuale prevede che loro qualifica “ante” venga mantenuta.
  • Limitati contingenti avevano in Previp il secondo pilastro. Si tratta di “post” che beneficiano, per effetto di vecchi accordi, di un limitato versamento aziendale. A tali lavoratori verrà applicato l’accordo tra le OO.SS. e Unicredit del 16 ottobre 2006,che prevede una elevazione al 3%del contributo aziendale.
  • A far tempo dal1° ottobre tutto quanto accumulato nelle singole posizioni in Previp (STOCK) verrà trasferito nelle rispettive posizioni individuali aperte presso il Fondo di Gruppo, in franchigia di commissioni. Il trasferimento avverrà nel cd. “comparto garantito”. In alternativa, gli interessati potranno chiedere di distribuire la propria posizione ad uno o due comparti a scelta tra quello
  • garantito e i tre finanziari previsti dalla “Gestione Multicomparto (a 3, 10 e 15 anni)del Fondo di Gruppo. Quest’ultima opzione potrà essere esercitata anche successivamente nel rispetto del regolamento del Fondo che prevede la possibilità di ripartire tra più comparti (massimo due) il flusso contributivo o la posizione individuale eventualmente già maturata. Tra ciascuna riallocazione e la precedente deve tuttavia trascorrere un periodo non inferiore a 12 mesi. Il Regolamento, scaricabile dal sito www.fpunicredit.eu , prescrive inoltre la pesatura minima del 20 % di un comparto.
  • Sarà però possibile, per ciascun iscritto a Previp, mantenere in Previp lo stock accumulato, beneficiando così, per il capitale maturato fino a fine 2013, delle preesistenti condizioni. Chi fosse interessato dovrà manifestare la propria volontà entro il 30 settembre 2014.
  • Sarà inoltre possibile avvalersi anticipatamente della possibilità di trasferire lo stock da Previp al Fondo di Gruppo prima del 30 settembre, usando la modulistica che Previp stesso mette a disposizione sul proprio portale.
  • Previp fino ad oggi offriva una copertura TCM (temporanea caso morte) solo a un numero limitato di iscritti,  per effetto di accordi di ex banche aderenti che la prevedevano (Banca dell’Umbria, Mediocredito dell’Umbria) per i propri dipendenti. L’azienda si è dichiarata disponibile, solo per costoro, di approfondire le modalità necessarie per il mantenimento di tali previsioni attraverso l’iscrizione a Previp Cassa di Assistenza, con onere a carico degli iscritti.
  • Per quanto concerne la regolamentazione delle PRESTAZIONI (compresa la possibilità per gli iscritti “ante” di farsi liquidare alla cessazione dal lavoro con diritto alla pensione l’intera prestazione sotto forma di rendita o di capitale),delle ANTICIPAZIONI sulla posizione previdenziale maturata (compresa la possibilità di ripristino delle stesse)e dei RISCATTI, sottolineiamo che, a norma di legge, nulla verrà a cambiare con la confluenza nel Fondo Pensione di Gruppo.
  • Limitati contingenti di iscritti a Previp sono rappresentati da pensionati che non si sono avvalsi della possibilità di riscattare il montante. Per costoro l’accordo non si applica: le loro posizioni rimangono quindi in Previp (sarà loro cura procedere all’incasso di quanto maturato oppure decidere di mantenere l’investimento, ovviamente alle nuove condizioni peggiorative che Previp ha illustrato nella lettera inviata all’azienda).

Come Organizzazioni Sindacali, nel considerare l’Accordo di confluenza 17.03.2014 la soluzione più valida ed idonea per continuare a garantire agli iscritti/e al Fondo Previp la migliore tutela previdenziale possibile, restiamo impegnate -ai vari livelli -per fornire ogni informazione ed indicazione ritenuta utile ed opportuna a far sì che ciascun/a iscritto/a al Fondo Previp sia in grado di effettuare -nella fase di passaggio -una scelta trasparente e consapevole. Al riguardo, abbiamo chiesto all’azienda di attivarsi per fornire le necessarie informazioni a ciascun interessato/a.

Le Segreterie di Gruppo UniCredit

Milano 20/3/2014

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Evidenza, Newsletter & Comunicati Gruppo Unicredit

Comunicato Unitario su Piano industriale 2014-2018

Posted on 20 Marzo 201421 Marzo 2014 By Claudio Voghera

UniCredit:…devono pagare sempre i lavoratori???…..

Si è svolto nella giornata di ieri il previsto incontro tra le Segreterie Nazionali, i Coordinatori di Gruppo delle scriventi Organizzazioni Sindacali e i vertici di UniCredit per l’illustrazione del Piano Industriale 2014-2018, approvato dal CdA del Gruppo lo scorso 11 marzo.

L’azienda ha illustrato i risultati di bilancio e le linee generali del Piano Industriale teso a ridurre il rischio sui crediti, aumentare la redditività e ottimizzare, ovvero, “efficientare” le risorse.

Il bilancio 2013 evidenzia perdite per 14 mld di Euro, prevalentemente dovute alla svalutazione degli avviamenti e agli accantonamenti sui crediti, che evidenziano inequivocabilmente la responsabilità del Management.
Lo stesso Management che, a fronte di perdite così rilevanti, ha deliberato il pagamento dei dividendi agli azionisti.

L’esasperata flessibilità degli organici e la dilatazione degli orari di apertura degli sportelli, il potenziamento dei canali digitali, l’integrazione multicanale digitale e fisica, l’ennesimo ridisegno della rete e una vaga offerta di innovazione rappresentano, secondo UniCredit, una “sicura” chiave di rilancio.

Al di là degli annunci e dei proclami, restano i numeri. I numeri oggi ci dicono che dal 2008 alla fine del Piano 1250 sportelli sono già stati o saranno chiusi, moltissimi ridimensionati e oltre 20.000 posti di lavoro persi. Da oggi alla fine del 2018, secondo questo Piano, ci saranno ulteriori 5.700 lavoratori in meno, che incideranno ulteriormente sulla situazione degli organici della rete.

Rimane inoltre una grave preoccupazione per il destino di UCCMB, dove 750 lavoratori non hanno certezza sul futuro della loro azienda.

In questo contesto UniCredit torna a prospettare il congelamento degli accordi di secondo livello (Contratto Integrativo, previdenza complementare, premi di anzianità, CRAL, ecc. ) e a ipotizzare pesanti interventi su ferie e festività, flessibilità di inquadramento e di mansioni, mobilità territoriale e infra-gruppo.

Di fatto verrebbe garantita esclusivamente la sola applicazione delle norme del Contratto Nazionale, come già sta accadendo per i giovani neo-assunti cui l’azienda, con decisione unilaterale, non riconosce le previsioni del Contratto Integrativo.

Tutto ciò che da sempre ha rappresentato una reale valorizzazione degli sforzi profusi dai lavoratori all’interno del Gruppo Unicredit rischia quindi di venir cancellato senza alcuna motivazione condivisibile.

A fronte della richiesta di sacrifici ai lavoratori e della denuncia di una situazione di difficoltà del Gruppo, resta inspiegabile l’assenza di interventi su questioni da sempre sollevate dalle Organizzazioni Sindacali, quali il sistema incentivante (discrezionale e mai trasparente) e il pagamento di bonus ai manager.

In attesa dell’apertura formale della procedura, probabilmente a maggio, il Sindacato denuncia l’ennesimo tentativo di scaricare esclusivamente sulle lavoratrici e sui lavoratori le conseguenze di scelte imprenditoriali e manageriali che si sono rivelate fallimentari.

Le Organizzazioni Sindacali hanno ribadito la loro contrarietà al Piano che si colloca anche temporalmente alla vigilia del rinnovo del contratto nazionale.

I lavoratori non devono rischiare di pagare due volte per le scelte di ABI e per quelle di Unicredit.

In entrambe le partite il confronto dovrà individuare soluzioni sostenibili che consentano un effettivo rilancio del Gruppo e del settore sulla base di un nuovo modello di banca che veda al centro del progetto l’occupazione, il lavoro e la professionalità dei colleghi.

Roma, 20 marzo 2014

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Le Segreterie Nazionali

Le Segreterie di Gruppo

Evidenza, Newsletter & Comunicati Gruppo Unicredit

Comunicato unitario inrerente i Percorsi Formativi per i Lavoratori over 55

Posted on 19 Marzo 201419 Marzo 2014 By Claudio Voghera

Segreterie di Gruppo UniCredit

Dircredito Fabi Fiba/Cisl Fisac/Cgil Sinfub Ugl Credito UilCa

Avviso FBA 2-2012: “Over55 – Essere senior in Unicredit”

Laboratorio “Alla scoperta della Seniority”

I lavoratori Over 55 nelle Aziende del nostro Gruppo rappresentano una “forza forte” non solo quantitativamente, ma soprattutto in termini di competenze e background professionale.

La ricerca effettuata lo scorso anno da un “partner scientifico esterno”, la Fondazione Brodolini, con l’obiettivo di rilevare e definire le problematiche e i fabbisogni formativi dei lavoratori over 55, ha evidenziato la necessità che l’Azienda prenda coscienza di questa realtà e si avvicini ad essa per conoscerne punti di forza, ma anche bisogni e aspettative.

L’alta adesione alla ricerca (risposta del 56% su 11000 colleghi circa), grazie anche alla costruzione partecipata all’indagine del sindacato che ne ha sostenuto la diffusione tra i lavoratori, ha permesso la predisposizione di percorsi formativi diversificati tesi a rispondere alle esigenze espresse dai lavoratori e delle competenze ritenute da valorizzare.

Con la richiesta di partecipazione al progetto “Alla scoperta della Seniority”, realizzato con la metodologia del Laboratorio, si può contribuire alla elaborazione di una matrice di possibili iniziative che coinvolgano e valorizzino gli Over-55, in linea con i bisogni emersi dalla ricerca. Con l’obiettivo di:

  • Sviluppare un’adeguata competenza intergenerazionale, promuovere la costruzione e la diffusione di “best practice” in materia e un nuovo modello di cultura gestionale e operativa da diffondere in azienda;
  • Contribuire a produrre ulteriori proposte per promuovere un recupero di efficienza, efficacia e produttività aziendale individuale;
  • Contribuire alla diffusione di una cultura di gestione inclusiva delle differenze generazionali.

Sono pianificate 6 edizioni riservate prioritariamente a colleghi Over-55

1 Edizione 14-15 Aprile Milano 2 Edizione 29-30 Aprile Napoli
3 Edizione 06-07 Maggio Palermo 4 Edizione 12-13 Maggio Torino
5 Edizione 26-27 Maggio Bologna 6 Edizione 09-10 Giugno Roma

L’impegno preso dall’Azienda è che questi progetti si sviluppino anche nel corso degli anni futuri, coinvolgendo sempre più lavoratori, per un nuovo approccio alla “Age Diversity”, non solo rivolto ai senior di oggi ma anche a coloro che lo diventeranno.

Sollecitiamo la vostra partecipazione, che sarà da inoltrare alla vostra struttura di HRBP, rimanendo a disposizione per ogni vostra necessità di chiarimento.

Roma, 7 Marzo 2014

Segreterie di Gruppo UniCredit
Dircredito Fabi Fiba/Cisl Fisac/Cgil Sinfub Ugl Credito UilCa

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Evidenza, Newsletter & Comunicati Gruppo Unicredit

Comunicato unitario Segreterie Nazionali su piano industriale

Posted on 12 Marzo 201413 Marzo 2014 By Claudio Voghera

UNICREDIT: NON SI POSSONO CHIEDERE SACRIFICI AI LAVORATORI. LE RESPONSABILITÀ STANNO DA UN’ALTRA PARTE

Abbiamo appreso dal comunicato diffuso dall’Azienda che il Gruppo UniCredit ha registrato nel 2013 una perdita netta di 14,0 miliardi di euro. Si tratta di un risultato economico molto pesante rispetto al quale esprimiamo forte preoccupazione, nonostante sia stato presentato dall’A.D. Ghizzoni come un anno “di svolta”, in particolare, per come l’azienda ha gestito la comunicazione, il rapporto con i lavoratori e i loro rappresentanti, e impostato il piano industriale 2013/2018 scaricando sui lavoratori il costo della ristrutturazione.

Da una prima lettura emerge come tale risultato sia riconducibile, prevalentemente, a voci straordinarie e ad una pulizia radicale sui crediti come conseguenza di  una pessima  gestione del credito che ha caratterizzato il Gruppo negli ultimi anni.

In attesa dei necessari approfondimenti e dell’incontro in calendario per il prossimo 19 marzo con i vertici aziendali, le scriventi Segreterie ritengono opportuno esprimere alcune considerazioni di merito:

  • Il Gruppo UniCredit ha ridotto i ricavi per effetto del calo  degli  interessi  netti, dinamiche  di  cambio  sfavorevoli,  tassi  di  interesse  ai  livelli  minimi,  debole  domanda  di finanziamenti nell’Europa occidentale che ha compresso i margini, bassi ricavi da negoziazione, ma il risultato del perimetro Italia registra un aumento dei ricavi dello 0,3% con una contrazione significativa dei costi del personale (- 2,3%).
  • Il risultato negativo di 14 miliardi di euro, concentratosi sul IV trimestre, è attribuibile a rettifiche di valore (avviamento delle aziende – con l’azzeramento dell’avviamento del perimetro Italia – e di rapporto con i clienti del gruppo per €9,3 miliardi), rettifiche accantonamenti su crediti (€9,3 miliardi), oneri di ristrutturazione destinati a ridurre l’organico (circa 8.500 unità per €0,7 miliardi). La differenza rispetto al 2012 è data per circa 1/3 dalle rettifiche su crediti (€4,3 miliardi) e per circa 2/3 dalle rettifiche di avviamento (€8 miliardi).
  • Tale risultato risente del beneficio della valutazione della quote Banca d’Italia pari a €1,4 miliardi altrimenti destinato ad essere ancora più negativo.
  • Nonostante il risultato negativo è stata inspiegabilmente deliberata la distribuzione di utili agli azionisti.

Riteniamo che in questa azienda gli interrogativi più importanti debbano riguardare le responsabilità di chi ha determinato questa situazione, le responsabilità di chi decide di gestire in questo modo la fase, le responsabilità di chi decide di scaricarne le conseguenze sui lavoratori e sull’occupazione come si evince dal Piano Industriale presentato contestualmente ai risultati di bilancio. Non vorremmo che il dividendo, comunque previsto, sia il prezzo pagato per tenere buoni gli azionisti mentre si penalizzano pesantemente le lavoratrici e i lavoratori. E vedremo alla fine quanti soldi avranno il coraggio di attribuirsi i top manager per la perdita contabilizzata.

Un film già visto! Dopo il Piano Industriale 2010-2015, che ha ridotto l’occupazione di circa 8.000 lavoratori, UniCredit decide di presentarne un altro per il 2013-2018 con ulteriori 8.500 esuberi di cui 5.700 nella sola Italia.

Non è possibile che in presenza di problemi riconducibili a scelte strategiche fallimentari, a crediti, spesso di grandi entità, non correttamente erogati ed a rettifiche del valore delle aziende acquisite nel tempo la risposta sia la riduzione dell’occupazione mettendo a rischio la capacità stessa dell’azienda di produrre ricavi negli anni a venire. Questo è il vero problema! “La ricetta meno organico maggiore redditività ha già dimostrato tutti i suoi limiti; la prospettiva deve essere cambiata!” Il vero rimedio è realizzare un nuovo modello di banca in grado di essere motore di crescita dove le agenzie rappresentino la modalità principale di presidio del rapporto con il cliente rispetto a quello di una banca virtuale e tecnologica.

Per risolvere i problemi legati ad una errata impostazione industriale e gestionale non vogliamo giocarci il futuro. Il futuro è dato dal lavoro e dagli investimenti.

Roma, 12 marzo 2014

LE SEGRETERIE DI GRUPPO LE SEGRETERIE NAZIONALI

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Evidenza, Newsletter & Comunicati Gruppo Unicredit

Trade Union Alliance Unicredit – Incontro del 25/02/2014 a Torino

Posted on 26 Febbraio 201427 Febbraio 2014 By Claudio Voghera
Trade Union Alliance Unicredit – Incontro del 25/02/2014 a Torino

TRADE UNION ALLIANCE DI UNICREDIT

Meeting al centro ITC-ILO Torino 25 febbraio 2014

Unicredit nel tempo, con l’aggregazione di diverse banche  è diventato uno dei più grandi Gruppi Bancari a livello europeo e internazionale, al pari, i sindacati hanno costituito a Vienna il 21 settembre 2009 la  Trade Union Alliance coordinata da Uni Finance, con l’obiettivo di unire i lavoratori di tutti i paesi dove opera il Gruppo UniCredit.

Lo scopo di questa T.U.A. è di coordinare e di rafforzare l’impegno dei sindacati di  Unicredit di collaborare a livello Europeo e Internazionale, basandosi su valori ed obiettivi condivisi per migliorare la comunicazione e la cooperazione, e di attuare azioni coordinate e supportate  da Uni Finance.

Gli obiettivi della Trade Union Alliance sono:

  • Coinvolgere Unicredit in un dialogo sociale a livello internazionale
  • Stringere accordi con Unicredit  per migliorare le condizioni di lavoro dei dipendenti  in ogni paese con il supporto dei Sindacati Nazionali membri di UNI.
  • Aumentare il livello di sindacalizzazione in Unicredit.

I sindacati membri della Alleanza Sindacale collaborano con lo scopo di proteggere e promuovere gli interessi dei dipendenti di Unicredit in tutto il gruppo.

I sindacati membri dell’Alleanza sindacale attueranno azioni concrete per allargare la rete, migliorando i contatti con i sindacati nei paesi in cui i dipendenti sono organizzati ed impegnandosi per organizzare i dipendenti che non lo sono.

  • La Trade Union Alliance, coordinata da UNI Finance, cercherà di aumentare l’effetto leva dei sindacati associati attraverso maggiori azioni e campagne congiunte. I sindacati della TUA  collaboreranno per implementare gli obiettivi comuni indipendentemente dalle differenze organizzative tra loro.
  • I sindacati della Trade Union Alliance di Unicredit si impegnano a condividere informazioni, comprese quelle sulla negoziazioni collettive nazionali. Si stabiliranno programmi e progetti comuni di formazione per offrire assistenza reciproca alle organizzazioni sindacali che lo richiedono, La Trade Union Alliance dovrebbe riunirsi di massima, al meno una volta all’anno.
  • Unicredit è un gruppo bancario internazionale. Il management di Unicredit sfrutta la sua presenza internazionale per delocalizzare e trasferire lavoro nei vari paesi, secondo il costo e l’opportunità. Ciò non agevola i lavoratori di Unicredit. Queste Organizzazioni Sindacali sono rigorosamente contro queste politiche industriali.
  • La Trade Union Alliance sosterrà tutte le iniziative, campagne ed altre, che garantiscono una cultura imprenditoriale interna e procedure operative a favore della vendita responsabile dei prodotti finanziari, e che si migliori e prosegua  il  dialogo su questo tema con l’azienda.
  • La Trade Union Alliance ritiene fondamentale giungere alla stipula di un Global Framework Agreement tra l’Azienda ed il CAE di Unicredit insieme ad UNI FINANCE per garantire la tutela di diritti fondamentali e per migliorare il livello di relazioni industriali in tutti i paesi dove il Gruppo è presente.
  • I diritti dei lavoratori, il riconoscimento del sindacato e le effettive negoziazioni in tutti i Paesi dove Unicredit opera sono di massima priorità.
  • La Trade Union Alliance di Unicredit ricerca una stretta cooperazione con il Comitato Aziendale Europeo di Unicredit.
  • La Trade Union Alliance di Unicredit faciliterà la collaborazione, condividerà  informazioni e pubblicherà le attività realizzate dai sindacati.

La TUA segue con estrema attenzione la situazione in Germania a fronte delle dichiarazioni del management di UniCredit Bank AG sulla chiusura di circa il 50%  degli  sportelli e degli impatti che avrà sui Lavoratori coinvolti.

La TUA di Unicredit sostiene le rivendicazioni del sindacato Ver.di. e del consiglio aziendale di Unicredit Bank AG a tutela e difesa dei legittimi interessi dei Lavoratori tedeschi.

Nei prossimi mesi sarà redatta la bozza dello statuto della Trade Union Alliance che sarà inviato a tutti i sindacati della TUA stessa e sarà altresì definita una proposta per definire gli organismi interni della TUA.

Torino, 25 febbraio 2014

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CAE, Evidenza, Rassegna Stampa

Comunicato unitario sull’incontro del 21 febbraio inerente UCCMB

Posted on 26 Febbraio 201427 Febbraio 2014 By Claudio Voghera
Comunicato unitario sull’incontro del 21 febbraio inerente UCCMB

Segreterie di Gruppo

UCCMB : CHIEDIAMO INFORMAZIONE E CHIAREZZA

Le organizzazioni sindacali di UCCMB e le Segreterie di Coordinamento del Gruppo hanno incontrato il giorno 21 febbraio 2014, il responsabile delle relazioni sindacali di Unicredit, l’HR della holding e di Uccmb.
La delegazione aziendale ha confermato che, stante il persistente interesse di investitori, si stanno valutando ulteriori cessioni di crediti deteriorati.
Per quanto riguarda UCCMB l’Azienda ha confermato che sta proseguendo lo studio di fattibilità, che, a oggi, risulta ancora nella fase preliminare, precisando al riguardo che detto studio è giunto alla fase di raccolta delle formali manifestazioni d’interesse da parte di terzi.
L’Azienda ha tenuto a precisare che nessuna trattativa è stata avviata e che non è stata effettuata alcuna due diligence. A tal proposito è stato riferito che aggiornamenti si potranno avere tra circa un mese.
L’Azienda, nel confermare che le soglie di conferimento dei crediti a UCCMB andranno a regime a far data dal 1 marzo, ha comunicato che saranno tre le risorse che verranno distaccate da UCCMB a UniCredit Spa; tuttavia, qualora particolari esigenze operative lo richiedessero, previa idonea informativa alle OO.SS., potrebbe essere valutato un incremento di tal numero.
Per quel che concerne l’incremento dei carichi di lavoro sul Work Out e sullo Special Credit in generale, derivante dall’abbassamento delle soglie di conferimento a Uccmb, l’Azienda ha riferito di aver raccolto le preoccupazioni già espresse dalle OO.SS. relative ai flussi di lavoro e di aver avviato uno studio di rafforzamento dello Special Credit, che porterà a modifiche sia organizzative sia strumentali, compresa la soluzione della oramai annosa, problematica della procedura WPM.
L’Azienda ha comunicato che nei prossimi giorni ci sarà un incontro ad hoc, dove verranno esaminati i soli interventi che riguarderanno il Work Out.
Su richiesta delle OO.SS. il responsabile HR di UCCMB, nel confermare che il job market è ancora contingentato, ha ribadito che tutte le risorse che aderirono e sono state selezionate entro il primo semestre del 2013, sono rientrate tutte nei ruoli  previsti e che non ci sono ulteriori posizioni da regolarizzare.
L’HR di UCCMB, inoltre, su espressa richiesta delle OO.SS. ha riferito che il processo di affiancamento dei gestori “Alfa” ai gestori UCCMB è da considerarsi concluso.
Le OO.SS., pur apprezzando l’approccio aziendale aperto all’informativa e al confronto, di là delle previsioni di legge e di contratto, avendo ben presenti le forti preoccupazioni che i lavoratori hanno espresso nelle assemblee e ribadendo l’importanza di UCCMB e dello Special Credit all’interno del mondo Unicredit, hanno dichiarato che vigileranno con la massima attenzione su ogni tipo di sviluppo societario, con l’obiettivo di definire sempre le massime garanzie occupazionali possibili e salvaguardare la professionalità dei lavoratori e delle lavoratrici.

Le Segreterie di Coordinamento
Dircredito-Fabi-Fiba/Cisl-Fisac/Cgil-Sinfub-Ugl Credito-Uilca
Gruppo UniCredito

25 febbraio ’14

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Evidenza, Newsletter & Comunicati Gruppo Unicredit

Comunicato Segreterie Nazionali sul rinnovo del CCNL

Posted on 24 Febbraio 2014 By Claudio Voghera

Rinnovo del Contratto del Credito:

una piattaforma in tempi brevi per dire NO ai ricatti di Abi

Dopo la disdetta del Contratto da parte di Abi, anticipata di 10 mesi sulla naturale scadenza, la grande mobilitazione proclamata dalle Organizzazioni Sindacali e sostenuta con forza e consapevolezza dalle lavoratrici e dai lavoratori della Categoria ha permesso di raggiungere il duplice obiettivo di trovare l’accordo per gli adeguamenti di legge del Fondo di Solidarietà e di far ritirare la disdetta del CCNL.

Il 20 dicembre 2013 è stata respinta l’idea di Abi di stravolgere l’architettura del Fondo esuberi e del Contratto Nazionale.

Pur soddisfatti dell’esito del primo “round” dobbiamo essere in grado di contrastare il disegno di ABI, che non è certamente tramontato, di smantellare il contratto collettivo nazionale di lavoro. E’ necessario quindi dar seguito alla lotta espressa dalla categoria per elaborare una nostra proposta di modello di banca diverso da quello attuale e definire in tempi brevi una piattaforma rivendicativa da sottoporre al giudizio e al voto delle lavoratrici e dei lavoratori.

La crisi economica che si sta protraendo da oltre 5 anni ha fortemente inciso sui risultati delle banche sia a causa del grave deterioramento delle attività creditizie che per l’incapacità endemica della classe dirigente delle banche di individuare risposte che non siano di breve o brevissimo periodo.

Ancora una volta i banchieri intendono rispondere alla riduzione di redditività con la trita ed insostenibile ricetta del taglio dei costi che passa attraverso le riduzioni di personale, l’esternalizzazione delle attività e il ridimensionamento degli stipendi, degli inquadramenti e del welfare aziendale, oltre che con un attacco senza precedenti alle garanzie del contratto nazionale.

In ragione di questa situazione la risposta della Categoria deve essere adeguata allo scontro in atto e prevedere la definizione di una piattaforma incentrata sulle tutele fondamentali, oggi sotto attacco dalla controparte: occupazione, area contrattuale, salario e contrattazione di 2°livello.

Occupazione e Area contrattuale

La difesa dell’occupazione e dell’area contrattuale è centrale per la Categoria.

Bisogna salvaguardare i posti di lavoro, impedire il ricorso alle esternalizzazioni di lavorazioni e di lavoratori e incentivare le assunzioni.

In questi anni, pur in misura ridotta per gli effetti della crisi e delle ristrutturazioni, le banche hanno attivato nuove assunzioni a copertura parziale del turn over per esodi e pensionamenti e questo si deve alle trattative sindacali nelle Aziende e nei Gruppi.

Il fenomeno delle esternalizzazioni, che in passato non aveva caratteristiche rilevanti, ha visto nell’ultimo periodo le aziende ricorrervi in maniera strutturata con motivazioni spesso discutibili e sicuramente mai condivise dal sindacato.

In questo rinnovo è necessario definire ulteriori norme più vincolanti e cogenti da integrare con le

tutele già presenti nel CCNL.

Salario

Bisogna respingere il ricatto che anche di recente Abi continua a riproporre: ”nessun aumento salariale in cambio del mantenimento dell’occupazione”.

Questa modalità non è solo ingiusta perché vuol far pagare la crisi esclusivamente ai lavoratori (dimenticando o fingendo di ignorare le gravi responsabilità del Top Management nell’aver portato la gran parte delle banche nella situazione di difficoltà in cui si trovano ora),ma è anche profondamente sbagliata!

Dalla crisi si esce solo con un aumento della domanda interna(tesi sostenuta da gran parte degli economisti) e questo è possibile solo se si aumentano i salari e si difende l’occupazione.

Noi rivendichiamo il recupero del potere d’acquisto delle retribuzioni a partiredalla tabellizzazione degli aumenti del contratto scorso ed il ripristino degli accantonamenti completi per il TFR e gli altri istituti aziendali.

Bisognerà infine individuare una regolazione degli emolumenti dei Top Manager, come peraltro autorevolmente auspicato dalla Banca d’Italia e dai regolatori europei, anche in rapporto con le retribuzioni del restante personale.

Contrattazione di 2°livello

Anche su questo terreno deve essere respinto l’aut aut lanciato nei giorni scorsi dalla controparte sui media: o incrementi salariali o contrattazione di 2°livello!

La contrattazione integrativa nelle Aziende e/o nei Gruppi ha una grande tradizione nella nostra categoria e ha permesso di negoziare nel tempo premi di produttività, organizzazione del lavoro e percorsi professionali, coperture pensionistiche ed assistenziali integrative in varie e molteplici forme.

E’ un patrimonio da non disperdere, anzi da rilanciare a partire dal welfare e dai nuovi modelli organizzativi(con relativa negoziazione degli orari,delle professionalità, degli inquadramenti e della formazione).

Vista l’incapacità dei banchieri ad individuare una via di uscita dalla crisi che non intacchi garanzie e professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori bancari, affiancheremo alla piattaforma rivendicativa un documento con la nostra proposta per un nuovo modello di banca alternativo a quello di ABI.

Partendo dall’analisi dello scenario del settore, individueremo e discuteremo con i colleghi e le colleghe, le nostre proposte sui temi che intendiamo portare all’attenzione dei banchieri e dell’opinione pubblica, non solo contrattuali, ma anche relativi alle nuove sfide poste dai modelli distributivi, dall’ambito di azione delle banche e per una più ampia partecipazione e coinvolgimento di lavoratori e territorio alla vita e al futuro di un settore essenziale del Paese.

ABI ci ha convocato il prossimo 3 marzo. In ottemperanza agli impegni formalmente assunti a dicembre non ci sottrarremo al confronto, fermo restando che, per far ripartire la discussione contrattuale dalle esigenze della categoria, nessuna trattativa per il rinnovo del CCNL si può aprire prima delle assemblee con le lavoratrici ed i lavoratori, che saranno programmate a partire dalla metà del mese di marzo.

E’ nostro impegno tenere informata la categoria di ogni passaggio con la controparte.

Roma, 24 febbraio 2014


Le Segreterie Nazionali

Dircredito Fabi Fiba-Cisl Fisac-Cgil Sinfub Ugl-Credito Uilca

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