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Categoria: Newsletter & Comunicati Gruppo Unicredit

Comunicato unitario inizio trattative sul Piano Strategico 2014-2018

Posted on 5 Giugno 20146 Giugno 2014 By Claudio Voghera

Gruppo UniCredit

PIANO INDUSTRIALE: E’ PARTITA LA TRATTATIVA

Milano, 5 giugno 2014

Ieri, 4 giugno, si è svolto il primo incontro di trattativa sulle ricadute determinate dal Piano Industriale 2013-2018.

Sono noti i motivi – e lo abbiamo già scritto con chiarezza in alcuni precedenti comunicati – per cui non riteniamo questo Piano convincente.

L’aleatorietà degli obiettivi di redditività, eccessivamente sfidanti e quindi difficilmente raggiungibili (per il 2018 è previsto un RoTE del 18%), si sposa invece con la certezza dei sacrifici che si intende chiedere al personale, a partire dal pesantissimo prezzo che, in primo luogo, la rete sarà chiamata a pagare a seguito dell’uscita dei 5.500 colleghi dichiarati in esubero, uscita che non viene compensata, nemmeno parzialmente, dalla previsione di nuove assunzioni.

Anche per noi, non solo per UniCredit, esiste un tema di sostenibilità delle misure che saranno adottate, che dovranno essere equamente distribuite tra tutti i dipendenti, nessuno escluso e a nessun livello. Il confronto potrà essere costruttivo e gli interventi condivisi solo se saranno tenute nella dovuta considerazione le esigenze e le legittime aspettative dei lavoratori, e, nello specifico, di chi è interessato ad uscire dall’azienda, di chi vi rimarrà, di chi vi entrerà.

Avendo ben presenti queste ragioni, in trattativa ci atterremo alle linee guida che di seguito riportiamo e che ieri abbiamo dichiarato all’azienda:

  • Nessuna deroga alle previsione del CCNL;
  • Volontarietà nell’accesso alle uscite, a prescindere dallo strumento adottato;
  • Volontarietà anche in caso di ricorso ad altri strumenti di contenimento del costo del lavoro;
  • Creazione di nuova e stabile occupazione, debitamente tutelata;
  • Riconoscimento delle professionalità (
  • VAP);
  • Individuazione dei criteri per redistribuire la maggiore produttività che si dovesse attraverso inquadramenti e adeguata formazione);
  • Giusto riconoscimento della maggiore produttività realizzata nel 2013 determinare nei prossimi anni;
  • Razionalizzazione, all’insegna dell’equità, del sistema di welfare;
  • Drastica riduzione delle consulenze, il cui ammontare è esorbitante e cresce in misura scandalosa di anno in anno;
  • Stop a esternalizzazioni e delocalizzazioni, mentre vanno favoriti i processi di insourcing;
  • Riduzione di sprechi e benefit non giustificabili.

Riteniamo inoltre necessario pervenire alla sottoscrizione di un Protocollo sulle vendite responsabili per porre fine alle esasperate pressioni commerciali che rendono impossibile la vita dei colleghi delle agenzie.

Ci apprestiamo ad affrontare un confronto importante e impegnativo, consapevoli dell’importanza che rivestono per il futuro di questa azienda la qualità dell’occupazione, della contrattazione aziendale, del welfare, da sviluppare anche attraverso un modello di relazioni industriali che dia forza e rappresentanza alle legittime aspettative dei lavoratori.

Nella giornata di oggi l’azienda fornirà le prime risposte alla posizione da noi espressa: vi terremo informati sulla prosecuzione del confronto.

Ci opporremo in ogni modo al tentativo di scaricare sui lavoratori l’intero costo del Piano Industriale!

Segreterie Nazionali – Segreterie di Gruppo UniCredit
Dircredito Fabi Fiba/Cisl Fisac/Cgil Sinfub Ugl Credito UilCa

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Evidenza, Newsletter & Comunicati Gruppo Unicredit

FIRMATO ACCORDO SUL PROVVEDIMENTO DEL GARANTE DELLA PRIVACY

Posted on 30 Maggio 201419 Giugno 2014 By Claudio Voghera
FIRMATO ACCORDO SUL PROVVEDIMENTO DEL GARANTE DELLA PRIVACY

Il 22 maggio scorso è stato sottoscritto tra UniCredit e le delegazioni di Gruppo delle scriventi Organizzazioni Sindacali, una intesa che dà attuazione  all’Accordo Quadro Nazionale di Settore sul Provvedimento n° 192/2011 del Garante per la protezione dei dati personali, che prescrive alle Banche e a Poste Italiane una serie di misure riguardo la circolazione delle informazioni dei clienti e alla loro tracciabilità.

Leggi il comunicato unitario delle Segreterie di Gruppo:

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Newsletter & Comunicati Gruppo Unicredit

Comunicato unitario votazioni Fondo Pensione di Gruppo

Posted on 29 Maggio 201429 Maggio 2014 By Claudio Voghera
Comunicato unitario votazioni Fondo Pensione di Gruppo

Dircredito Fabi Fiba/Cisl Fisac/Cgil Sinfub Ugl Credito Uilca
UniCredit Group

Fondo Pensione per il Personale

delle Aziende del Gruppo UniCredit

VOTAZIONE del 26 maggio 2014
per l’approvazione del BILANCIO al 31.12.2013

Dal giorni 26 maggio al 30 maggio, in seconda convocazione, tutte le iscritte e gli iscritti al Fondo Pensione di Gruppo potranno votare, in assemblea ordinaria, per l’approvazione del Bilancio del 2013.

Nelle medesime giornate sarà possibile votare anche per il compenso agli eletti che non prestano servizio presso un’azienda del Gruppo.

La votazione, come di consueto, avverrà per corrispondenza per i pensionati, mentre il personale in servizio utilizzerà la modalità on-line attraverso il seguente percorso sul portale:

MY HR – WELFARE E BENEFITS – PREVIDENZA COMPLEMENTARE – VOTAZIONI E REFERENDUM

Sulla base delle puntuali indicazioni da parte dei Componenti del Consiglio di Amministrazione del Fondo Pensione di Gruppo eletti dai Lavoratori e dalle Lavoratrici iscritti/e, che alleghiamo:

Vi invitiamo a partecipare numerosi e convinti

e ad APPROVARE

il Bilancio 2013 e le proposte del Consiglio di Amministrazione.

Milano 26 maggio 2014

Le Segreterie di Gruppo
Dircredito Fabi Fiba/Cisl Fisac/Cgil Sinfub Ugl Credito Uilca
UniCredit Group

Allegati:

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Evidenza, Newsletter & Comunicati Gruppo Unicredit, Previdenza Integrativa

Unicredit: Comunicato unitario su Buy Back obbligazioni

Posted on 27 Maggio 201427 Maggio 2014 By Claudio Voghera

Dircredito Fabi Fiba/Cisl Fisac/Cgil Sinfub Ugl/Credito UilCa
Segreterie di Coordinamento – UniCredit Spa

BUY BACK……CI RISIAMO

Dopo l’iniziativa commerciale del 2013, anche per quest’anno l’Azienda ha deciso di riacquistare alcune emissioni obbligazionarie con proposta alla clientela di acquisto di altri prodotti sulla cui efficacia commerciale, al di là dei possibili dubbi, non spetta a noi esprimerci.

Determinare le politiche commerciali dell’Azienda, infatti, non è nostro compito, ma è nostro dovere ricordarle come, per effetto delle esasperate pressioni commerciali operate sugli addetti, anche quest’anno, rischiano di saltare le modalità organizzative e, cosa ancor più grave, i necessari controlli della funzione di Compliance sull’operazione.

Lo scorso anno proprio la competizione tra Agenzie, mirata a concludere il maggior numero di operazioni nei primi giorni comportò la successiva attivazione di specifici controlli da parte di Compliance. Tali controlli bloccarono l’apertura dei panieri per mancanza dei necessari requisiti relativi alla MIFID, in particolare rispetto al rinnovo delle interviste.

Per questo invitiamo tutti gli operatori a respingere questo modo di operare che, anche quest’anno, pare riproporsi con le stesse modalità.

Se l’obiettivo deve essere quello di operare per raggiungere l’obiettivo commerciale, esso si deve realizzare utilizzando tutto il tempo necessario (15 giorni) per contattare e spiegare l’operazione al cliente, rispettando tutte le indicazione operative e le normative di riferimento.

Per questo invitiamo tutti i colleghi a porre la massima attenzione e al rispetto della normativa, respingendo e denunciando eventuali indebite pressioni dell’azienda all’utilizzo di pericolose scorciatoie pur di raggiungere i risultati attesi.

Non dobbiamo mai dimenticarci, infatti che, in caso di violazioni della normativa, (aziendale o di legge), il rischio è individuale e non sicuramente in capo né al proprio superiore né tanto meno ai vertici aziendali che questa operazione hanno deciso.

Il medesimo problema lo abbiamo visto il mese scorso sul collocamento dei Certificate per i quali è stato istituito un processo di vendita così farraginoso che, unito alle pressioni commerciali, poteva indurre i colleghi e le colleghe all’errore.

E’ il solito gioco, ormai stantio, dello scarico di responsabilità.

Non ci stancheremo mai di ricordare, in ogni occasione, che lavorare nelle migliori condizioni e soprattutto in sicurezza, non solo porta benefici ai clienti e all’Azienda, ma deve tornare ad essere un diritto, fondamentale e non negoziabile, di ciascun collega.

Milano 27 maggio 2014

Le Segreterie di Coordinamento UniCredit Spa

Dircredito Fabi Fiba/Cisl Fisac/Cgil Sinfub Ugl Credito UilCa

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Evidenza, Newsletter & Comunicati Gruppo Unicredit

Comunicato unitario su accordo Fondo Banca di Roma

Posted on 20 Maggio 201421 Maggio 2014 By Claudio Voghera

ACCORDO SUL FONDO PENSIONE BANCA DI ROMA


In data 16 maggio u.s. è stato sottoscritto un accordo tra le scriventi OO.SS e l’azienda che riguarda tutti gli iscritti alla sezione a Prestazione Definita del Fondo Pensione per il Personale della Banca di Roma (attivi, pensionati, esodati e differiti).

La sottoscrizione del suddetto accordo si è resa necessaria, alla luce dell’andamento economico del Fondo stesso e con l’intento principale di salvaguardare gli obiettivi istituzionalmente previsti: su tutti, la pensione integrativa per i Partecipanti.

La situazione del Fondo, riscontrabile dalla pubblicazione annuale dei bilanci e in particolare, il resoconto sul bilancio tecnico attuariale (www.fondopensionebdr.it), peraltro già rappresentati più volte in occasione delle assemblee per l’approvazione del bilancio annuale, era ormai non più economicamente sostenibile.

In un simile contesto, si sono inseriti, negli ultimi anni, sia interventi legislativi che una pesantissima crisi economica, tali da aver creato e acuito lo squilibrio del bilancio tecnico attuariale (con tale terminologia si indica la consistenza economica calcolata dall’attuario per far si che ci siano i fondi affinché anche l’ultimo avente diritto percepisca l’assegno previdenziale).

Non da ultimo, il Consiglio di Amministrazione del Fondo, entro il 30 giugno p.v., dovrà obbligatoriamente presentare al vaglio della Commissione di Vigilanza dei Fondi, un Piano strutturale di riequilibrio tecnico attuariale correlato all’accordo sottoscritto, pena iniziative unilaterali della stessa COVIP con il rischio, pressoché certo, di un COMMISSARIAMENTO del Fondo medesimo.

Le cause del rilevante squilibrio possono essere sintetizzate nelle seguenti motivazioni:

  • dal 31 dicembre 1997 la gestione a Prestazione Definita del Fondo BdR risulta ormai “chiusa”, non essendo più alimentata da nuovi ingressi;
  • il perdurare della crisi economica degli ultimi anni, non ha consentito al CdA del Fondo, il raggiungimento del pareggio di bilancio preventivato nel 2010, con il Piano c.d. ALM (Asset Liability Management) sottoposto all’approvazione della COVIP, finalizzato ad ottimizzare progressivamente la gestione delle risorse patrimoniali e, quindi, di realizzare un tasso di redditività, adeguato alle concomitanti necessità di ripristino dell’equilibrio economico e della stabilità del Fondo;
  • nel prosieguo, pur se gli esiti della gestione mobiliare sono risultati oculati e coerenti con l’obiettivo perseguito (grazie anche all’efficace attività svolta dagli Organismi Istituzionali del Fondo), la gestione immobiliare, a causa delle persistenti specifiche difficoltà del correlato mercato nonché dagli aggravi derivanti dalla nuova imposizione fiscale, non ha traguardato le indispensabili valorizzazioni: ciò incidendo sulla positiva realizzazione del Piano sopra citato;
  • inoltre, una quota di responsabilità dello squilibrio in parola, va anche attribuita ai pensionamenti anticipati (legati alla riduzione dei costi nei Piani Industriali), pur se per quanto attiene agli esodi è da considerare che dal 2007, per tutti coloro che sarebbero transitati nel Fondo Esuberi, è stata costantemente prevista negli accordi, la possibilità (per il collega) di rimanere iscritto e, in capo all’azienda, l’obbligo a riconoscere il contributo economico in entrambe le Sezioni (a Prestazione ed a Contribuzione).
  • Infine l’emanazione del Decreto Ministeriale nr.259/2012 (G.U. 19 febbraio 2013 n. 42) ha introdotto nel “Regolamento per i Fondi Pensione” l’obbligo di accantonare il 4% del patrimonio, per attività supplementari rispetto alle riserve tecniche, secondo un piano diluito su 10 anni da comunicare alla COVIP entro il 30 giugno 2014.

Tuttavia, nonostante le diverse misure individuate, l’oculata gestione del Fondo e i benefici rivenienti dalla “riforma Fornero”, i bilanci tecnico attuariali, relativi al biennio 2012-2013, hanno ancora evidenziato un progressivo e strutturale deterioramento della situazione di squilibrio esistente (221,1 milioni al 31 dicembre 2013).

I ripetuti incontri tra le Fonti Istitutive, in sede di Commissione Tecnica, degli ultimi anni proprio sul Fondo BdR, sono la dimostrazione della gravità della situazione ma anche della presa di coscienza che occorrevano misure condivise, alla luce di un confronto che veniva fondato, anzitutto, sui dati forniti annualmente dall’attuario, i quali segnalavano la messa in discussione della tenuta economica del Fondo.

Lo scenario nazionale di tutti i Fondi a Prestazione Definita appariva e appare, ormai, identico: fondi chiusi, attivi che diminuiscono e pensionati che aumentano.

Di fronte a questa situazione generale, il Legislatore ha ritenuto opportuno intervenire attribuendo alle Fonti Istitutive la possibilità d’intervento per il riequilibrio economico dei Fondi con l’emanazione del Decreto Legge nr.76/2013 (convertito nella Legge 9 agosto 2013 nr.99, pubblicata in G.U. 22 agosto 2013 nr.196).

Lo stesso prevede, al punto 2 dell’art.10 in ordine alle “disposizioni in materia di politiche previdenziali e sociali“, la modifica dell’articolo 7-bis del Decreto Legislativo 5 dicembre 2005, n.252, e, in particolare, dopo il comma 2, l’aggiunta del comma 2bis che recita testualmente «Qualora i fondi pensione di cui al comma 1 che procedono alla erogazione diretta delle rendite non dispongano di mezzi patrimoniali adeguati in relazione al complesso degli impegni finanziari esistenti, le fonti istitutive possono rideterminare la disciplina, oltre che del finanziamento, delle prestazioni, con riferimento sia alle rendite in corso di pagamento sia a quelle future».

Nei diversi incontri della Commissione Tecnica sulla Previdenza sono state valutate le ultime indicazioni relative all’anno 2013, fornite dallo Studio attuariale Orrù & Associati che hanno dimostrato l’impossibilità, allo stato attuale, di mantenere in equilibrio economico il Fondo e quindi, di riuscire a rispettare le direttive della COVIP.

In parole più esplicite: il Fondo, pur avendo la necessaria liquidità per pagare le prestazioni agli attuali e futuri pensionati per il breve e medio periodo, non ha, invece, la copertura necessaria per garantire che anche l’ultimo degli aventi diritto percepisca l’integrazione alla pensione INPS.

Ecco perché, le scriventi organizzazioni sindacali hanno ritenuto necessario, nell’esercizio delle funzioni ad esse demandate dal comma 2-bis dell’art. 7-bis del D.Lgs 252/05, di sottoscrivere l’accordo del 16 maggio 2014, con l’obiettivo di assicurare a TUTTI gli iscritti (attivi, pensionati, esodati e differiti) l’assegno vitalizio di previdenza del Fondo BdR riconosciuto, una volta raggiunti i requisiti pensionistici.

L’accordo richiamato prevede che annualmente il CdA del Fondo possa intervenire sull’adeguamento della prestazione per tutti gli iscritti al Fondo, sulla base delle risultanze positive o negative del raffronto, anno su anno, tra il rendimento della gestione del patrimonio del Fondo, necessario per il mantenimento in equilibrio dello stesso, e il rendimento effettivamente realizzato.

Queste organizzazioni sindacali, stante le discussioni tecniche svoltesi nei vari incontri, auspicano che la “sospensione” della rivalutazione delle prestazioni, possa essere sufficiente a rimettere in equilibrio tecnico il Fondo; ma questo, lo si potrà verificare solo trascorso un congruo periodo di tempo, comunque non inferiore a un triennio.

Infine, è utile sottolineare che, in calce all’accordo, è stata inserita la clausola che lo collega alla prossima discussione tra le Parti sul Piano Industriale 2015/2018, al fine di ricercare la possibilità (stante la richiesta fatta da queste OO.SS. al tavolo negoziale) di un contributo aziendale, necessario a ripianare gli effetti economici causati dalle uscite previste nel Piano stesso.

Le Segreterie di Coordinamento Gruppo UniCredit

Dircredito – Fabi – Fiba/Cisl – Fisac/Cgil – Sinfub – Ugl Credito – UilCA

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Evidenza, Newsletter & Comunicati Gruppo Unicredit

UCCMB: Comunicato unitario dopo lo sciopero

Posted on 20 Maggio 201421 Maggio 2014 By Claudio Voghera

Segreterie di Gruppo UniCredit

Dircredito Fabi Fiba/Cisl Fisac/Cgil Sinfub Ugl Credito UilCa

”SCIOPERO”

UN MESSAGGIO FORTE E CHIARO:

NO ALLA CESSIONE!!!!

I risultati dello sciopero del 9 maggio, che hanno visto una percentuale di astensione dei lavoratori e delle lavoratrici di UCCMB, complessivamente vicina al 90%, sono la dimostrazione della forte preoccupazione per il futuro occupazionale in vista della “potenziale” vendita della Banca.

L’ HR di UCCMB ha comunicato, ad oggi solo ufficiosamente, i dati su base nazionale relativi alla partecipazione allo sciopero (76% di astensioni per sciopero e 11% per altre cause) che, stante il criterio di calcolo applicato, le scriventi OO.SS. non condividono nella maniera più assoluta.

Nelle partecipatissime manifestazioni di protesta, svoltesi in modo assolutamente pacifico ed ordinato, sulle piazze di Milano, Roma e Verona sono intervenuti anche molti RSA di altre aziende del Gruppo, questo a riprova, oltre che della effettiva solidarietà di tutti i colleghi, anche e soprattutto della crescente preoccupazione per il futuro in tutte le aziende del Gruppo.

La Holding non potrà non tener conto dei risultati dello sciopero e della sfiducia della maggior parte dei lavoratori. Attendiamo delle risposte serie, precise e costruttive. Dal canto nostro fin da ora ostacoleremo ogni tentativo di controparte che vada nella direzione del “dividere per cedere un pezzo alla volta”.

Abbiamo inoltre appreso che nel corso dell’ Assemblea dei soci tenutasi il giorno 13 maggio a Roma, il Presidente dei piccoli azionisti di Unicredit (APAU) ha ufficialmente richiesto risposte complete e tranquillizzanti sul UCCMB. Ci stiamo attivando per conoscere il contenuto del riscontro fornito nella stessa sede dall’ A.D.

Vi terremo costantemente aggiornati certi che la battaglia sarà dura, ma che con l’ unione infra-gruppo non sarà impossibile.

20 Maggio 2014

Segreterie di Gruppo UniCredit
Dircredito Fabi Fiba/Cisl Fisac/Cgil Sinfub Ugl Credito UilCa

Le OO.SS. di UCCMB
Dircredito –Fabi –FibaCisl- FisacCgil -UGL -Uilca

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Evidenza, Newsletter & Comunicati Gruppo Unicredit

Comunicato Fabi Gruppo UniCredit inerente il Piano Strategico 2018

Posted on 9 Maggio 201413 Maggio 2014 By Claudio Voghera
Comunicato Fabi Gruppo UniCredit  inerente il Piano Strategico 2018

Riservata agli/alle iscritti/e Fabi del Gruppo UniCredit

UNICREDIT, LA FABI RISPEDISCE IL NUOVO PIANO AL MITTENTE : FORTEMENTE PENALIZZANTE PER TUTTI I LAVORATORI DEL GRUPPO E PERTANTO ASSOLUTAMENTE INACCETTABILE.

Consegnata la lettera di avvio procedura: entro il 2018 il Gruppo vuole far uscire 5100 lavoratori, di cui 2400 da mandare in pensione. Di Cristo: “azienda vuole distruggere contratto di secondo livello”. Morelli: “piano inaccettabile perché non mette al centro il lavoro”

Unicredit ha consegnato oggi a Milano ai sindacati la lettera formale di avvio procedura per gestire i 5100 esuberi del nuovo piano industriale 2014-18.

Come si legge nella lettera, il Gruppo vuole avviare un confronto serrato sulle uscite, che, secondo la tabella di marcia, saranno così scaglionate: 2400 saranno i lavoratori che dovranno andare in pensione entro il 2018, mentre altri 2700 sono gli esuberi che dovranno essere gestiti attraverso un confronto con i sindacati, che possa contemplare anche forme di flessibilità e incentivi agli esodi.

Poi c’è il capitolo riqualificazioni professionali, che riguarderanno 2200 dipendenti.

Tra gli obiettivi dell’azienda c’è quello di mandar in pensione tutti i lavoratori che siano in possesso dei requisiti anagrafici per andarci. Per raggiungere questo risultato, nella lettera si ventila anche l’ipotesi di ricorrere alla legge 223/91 sui licenziamenti collettivi.

Sono inoltre previsti altri duri interventi sul costo del lavoro, come il congelamento degli accordi di secondo livello, tagli sulla previdenza aziendale, sul premio di anzianità e fruizione obbligatoria di ferie e banca ore, con azzeramento degli anni pregressi.

“Questo piano”, ha dichiarato Mauro Morelli, Segretario nazionale della FABI, “è totalmente inaccettabile perché ancora una volta penalizza i dipendenti e non mette al centro la tutela dell’occupazione, delle professionalità e del lavoro.

Ricordiamo che, dal 2007 al 2018, il saldo dei posti persi in Unicredit ammonterà a circa 35mila, tra esuberi, prepensionamenti, esternalizzazioni e blocco del turn over.

Una contrazione degli occupati di cui hanno risentito soprattutto le aree depresse del Sud e particolarmente la Sicilia. Inoltre se l’azienda confermerà l’obiettivo di congelare il contratto integrativo e tagliare il welfare per finanziare le uscite dei colleghi, la trattativa partirà certamente in salita e vedrà le parti in inevitabile e forte contrapposizione. Crediamo che un piano di rilancio debba ricomprendere necessariamente un nuovo modello di fare banca e nuove assunzioni, di cui purtroppo non vi è alcuna traccia nel progetto Unicredit”.

“In apertura”, ha poi aggiunto Morelli, “abbiamo voluto anche sottolineare come mentre si parla di rilancio, i lavoratori di Uccmb, società con Rating tripla A, fino a ieri considerati altamente strategici, sono in sciopero in quanto la stessa è stata inserita in un programma di incomprensibile cessione”.

“E’ un piano inammissibile”, ha ribadito Angelo Di Cristo, Coordinatore nazionale della FABI in Unicredit, “anche perché tende a distruggere la contrattazione di secondo livello. Una proposta che la nostra organizzazione non potrà mai sottoscrivere”.

Milano 9/5/14

SEGRETERIA DI COORDINAMENTO
FABI
GRUPPO UNICREDIT

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Newsletter & Comunicati Gruppo Unicredit

Comunicato unitario Segreterie di Gruppo

Posted on 28 Aprile 201428 Aprile 2014 By Claudio Voghera

Segreterie di Gruppo UniCredit
Dircredito Fabi Fiba/Cisl Fisac/Cgil Sinfub Ugl Credito UilCa

Milano, 28 aprile 2014

MA LA MANO SINISTRA SA COSA FA LA DESTRA?

È questo l’interrogativo che ci siamo posti quando, nei giorni scorsi, abbiamo letto su diversi quotidiani la notizia secondo cui UniCredit avrebbe sottoscritto un Protocollo, assieme ad Intesa San Paolo, al Fondo Kkr e all’Advisor A&M, per la costituzione di una non meglio precisata “bad bank”. La notizia ha trovato conferma in una apposita nota rilasciata dal Gruppo.
Poco più di un mese fa, il 19 marzo per la precisione, Paolo Cornetta, Responsabile HR del Gruppo, in occasione dell’incontro di presentazione del Piano Industriale, dichiarò esplicitamente, in riferimento ad alcune notizie già allora apparse sulla stampa, che UniCredit non aveva nessun interesse alla costituzione di una bad bank perché – disse – di fatto noi l’abbiamo già, ed è la segregazione del portafoglio ALFA in una apposita Divisione all’interno della banca. Aggiunse, per rafforzare il concetto, che dal 2014 questa Divisione avrebbe avuto una propria rendicontazione segmentata trimestrale (come se fosse un’azienda a se stante).

Cosa dobbiamo pensare?

Che il Capo del Personale non fosse stato informato di cosa stesse bollendo in pentola? Fatichiamo a crederlo!
Che sono state messe in discussione, in meno di 40 giorni, strategie precedentemente definite e già approvate? Sarebbe sconcertante!
Che si sia voluto intenzionalmente tenere nascosta la notizia ai rappresentanti dei lavoratori? Lo riterremmo inaccettabile!

Non sappiamo come sia andata, in ogni caso siamo fortemente preoccupati e allarmati.

Lo siamo, per evidenti motivi, ogni volta che in UniCredit si parla del mondo “crediti”: a livello nazionale siamo la banca più esposta sul versante dei crediti deteriorati (ben 87 miliardi!). Le iniziative fin qui poste in essere non hanno prodotto i risultati sperati, mentre quelle ipotizzate per il prossimo futuro (tra cui la cessione di UCCMB) non sono convincenti.
Lo siamo perché assistiamo a importanti modifiche al Piano Industriale appena presentato, prima ancora dell’avvio del confronto sindacale, il che ci porta a dubitare dell’affidabilità del Piano stesso.
Lo siamo perché vorremmo dai nostri manager chiarezza sulle strategie di rilancio della banca, mentre intravediamo solo politiche congiunturali, di corto respiro.

La trattativa per la gestione delle ricadute che il Piano Industriale 2018 determinerà sul personale prenderà avvio il prossimo 9 maggio. Già venerdì scorso, però, abbiamo inoltrato all’azienda una richiesta di incontro per acquisire informazioni e chiarimenti in merito alla costituzione della cd. bad bank.

Una cosa è certa: il fatto che i lavoratori abbiano appreso la notizia dalla stampa, e dopo dichiarazioni aziendali di tutt’altro tenore, non depone a favore di una serena partenza del confronto.

Segreterie di Gruppo UniCredit
Dircredito Fabi Fiba/Cisl Fisac/Cgil Sinfub Ugl Credito UilCa

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Evidenza, Newsletter & Comunicati Gruppo Unicredit

Comunicato a sostegno dello sciopero in UCCMB

Posted on 19 Aprile 201419 Aprile 2014 By Claudio Voghera

Segreterie di Gruppo UniCredit

Dircredito Fabi Fiba/Cisl Fisac/Cgil Sinfub Ugl Credito UilCA

Solidarietà ai Lavoratori e alle Lavoratrici

di UCCMB in sciopero

Le Segreterie di Coordinamento di UCCMB, società del Gruppo UniCredit dedicata al recupero crediti, hanno proclamato uno sciopero di tutto il Personale da tenersi nella giornata di Venerdì 9 maggio per:

  • l’incertezza del futuro assetto societario, che prevede, come chiaramente evidenziato dal Piano Industriale, la possibilità della cessione di UCCMB in assenza di garanzie occupazionali e professionaliper i Lavoratori/trici; peraltro UniCredit ha già reso pubblica la raccolta di manifestazioni di interesse da parte di “investitori internazionali”;
  • gli eccessivi carichi di lavoro.

Le Segreterie Dircredito Fabi Fiba/Cisl Fisac/Cgil Sinfub Ugl Credito UilCa del Gruppo UniCredit nel sottolineare che l’ipotizzata cessione appare priva di reali ragioni di natura industriale e risponda più a logiche interne al top management:

  • fanno proprie le motivazioni dello sciopero;
  • confermano la propria netta contrarietà, espressa a tutti i livelli, a qualsiasi ipotesi di cessione all’esterno del Gruppo;
  • ritengono che questa società possa continuare ad assicurare un contributo importante ai risultati del Gruppo e che la professionalità del personale non vada dispersa;
  • esprimono il proprio incondizionato appoggio e solidarietà ai Lavoratori/trici in sciopero.

Milano 18 aprile 2014

Le Segreterie

Dircredito Fabi Fiba/Cisl Fisac/Cgil Sinfub Ugl Credito UilCa

Gruppo UniCredit

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Evidenza, Newsletter & Comunicati Gruppo Unicredit

Comunicato unitario Piano Industriale 2013-2018

Posted on 12 Aprile 201414 Aprile 2014 By Claudio Voghera

Segreterie di Coordinamento UniCredit Spa

Dircredito Fabi Fiba/Cisl Fisac/Cgil Sinfub Ugl Credito UilCa

IL PIANO INDUSTRIALE 2013-2018 E LA BANCA:

proprio non ci siamo!

Il nuovo Piano Industriale di UniCredit si abbatte, ancora una volta, sulla rete distributiva e sugli organici delle filiali: non è una novità, purtroppo, né una brillante soluzione.

Infatti, a fronte di un dimagrimento del tutto insignificante – ben 200 persone! – delle strutture di DG e Competence Lines, si ipotizzano migliaia e migliaia di esuberi negli sportelli.

Seicento di queste presunte eccedenze sarebbero determinate dalla realizzazione del progetto Flex4you; ciò smentisce in maniera evidente le affermazioni fatte dalla dirigenza solo pochi mesi fa, quando ci venne assicurato che questo progetto non era nato con l’obiettivo di recuperare personale, ma per migliorare l’efficienza e dare impulso all’attività commerciale.

D’altra parte l’azienda ci aveva anche detto che non si sarebbe fatta la scelta di chiudere ulteriori sportelli, e invece se ne chiudono altri 150 (500 dal 2013 al 2018)!

Questi sono solo alcuni dei motivi per cui il nuovo Piano Industriale proprio non ci piace.

Pesa infatti su di noi il sospetto che sia stato predisposto a tavolino e partendo dalla coda, decidendo prima il numero degli esuberi e solo in un secondo momento le aree della banca da cui eliminare posti di lavoro.

In attesa dell’avvio della trattativa sul complesso delle ricadute, esprimiamo una prima valutazione sul modello di banca che il Piano lascia intravedere, e che, alla luce delle informazioni di cui disponiamo, al momento proprio non ci convince.

Non condividiamo, ad esempio:

  • il perseguimento dell’efficienza attraverso la massima flessibilità;
  • l’attribuzione alla multicanalità di proprietà “taumaturgiche”, come se questi mezzi fossero in grado, di per sé, di garantire il rilancio della crescita;
  • l’allontanamento forzoso della clientela dalle agenzie e il contemporaneo rifacimento del lay out di mille di queste (per chi, se i clienti non devono più andarci?);
  • la riduzione all’osso degli organici delle filiali, già oggi in grandissima sofferenza, che metterà ancora più a repentaglio la qualità del servizio;
  • lo svilimento della professionalità e la trasformazione del bancario in agente di commercio (vedi l’ultima iniziativa per la vendita di attrezzi da palestra, prodotti veramente poco “bancari”);
  • la quasi totale rivisitazione delle figure professionali;
  • l’eccessiva standardizzazione dei processi, che porta con sé l’eliminazione del valore aggiunto rappresentato dall’apporto del fattore umano.

Manca un progetto vero di valorizzazione del personale, la risorsa più importante per un’azienda di servizi, su cui andrebbero focalizzati gli investimenti.

Non si intravede una nuova visione del credito come funzione centrale dell’attività bancaria attorno alla quale sviluppare servizi utili e innovativi per le imprese e ad alto valore aggiunto per la banca.

Ci pare che, ancora una volta, la risposta alle difficoltà da parte di UniCredit sia di tipo congiunturale: si intende perseguire l’obiettivo dell’efficienza senza però apportare modifiche significative all’impianto, affidandosi sostanzialmente all’innovazione tecnologica e alla riduzione massiccia di posti di lavoro.

D’altra parte le riorganizzazioni della banca degli ultimi anni (almeno quattro da one4C in poi) di fatto non hanno mai aggredito i problemi alla radice, lo dimostra il loro susseguirsi di anno in anno. E ogni volta gli interventi ci sono stati presentati come risolutivi, salvo poi averli messi in discussione dopo pochi mesi.

No, non è questo che intendiamo quando parliamo, nella nostra piattaforma per il rinnovo del CCNL, di un nuovo modo di fare banca!

A proposito di novità, ci viene riferito che il Country Chairman Italy (Piccini, per intenderci), in occasione dei recenti road show organizzati per illustrare la nuova banca, abbia affermato che nel giro di qualche anno lo stipendio dei consulenti sarà fisso solo per una quota parte, mentre per il resto diventerà variabile in quanto strettamente legato ai risultati.

Forse ha dimenticato che esiste un Contratto Nazionale che non consente, né consentirà un tale stravolgimento.

Appare poi quanto meno singolare, ma soprattutto scandaloso, che si sostenga una correlazione molto stretta, per lavoratrici e lavoratori, tra risultati e retribuzione, mentre nulla si preveda per chi continua a percepire compensi milionari a fronte di ripetuti bilanci in rosso e piani industriali regolarmente cambiati (falliti?) prima di essere conclusi.

NON LO PERMETTEREMO!

Milano, 11 aprile 2014

Segreterie di Coordinamento UniCredit Spa
Dircredito Fabi Fiba/Cisl Fisac/Cgil Sinfub Ugl Credito UilCa

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