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Coordinamento FABI UniCredit: il servizio di FABITV

Posted on 19 Novembre 201519 Novembre 2015 By Claudio Voghera
Coordinamento FABI UniCredit: il servizio di FABITV

Il servizio sull’intervento di Lando Sileoni realizzato dalla FABITV al Coordinamento FABI dei Quadri Sindacali del Gruppo Unicredit

Rassegna Stampa

Coordinamento FABI Gruppo Unicredit – Mozione Conclusiva

Posted on 18 Novembre 201518 Novembre 2015 By Claudio Voghera
Coordinamento FABI Gruppo Unicredit – Mozione Conclusiva

word cloud degli interventi, la dimensione delle parole è proporzionale alla loro ricorrenza.

L’Organo di Coordinamento FABI delle aziende del Gruppo Unicredit si è riunito a Roma nei giorni 16-17-18 novembre 2015.

I lavori sono iniziati con un minuto di silenzio per i tragici fatti di Parigi, fatti che scuotono le coscienze e che impatteranno certamente sulla vita quotidiana di ciascuno di noi.

Il Segretario Generale FABI Lando Maria Sileoni ha introdotto le tre giornate con un puntuale e preciso aggiornamento sulla situazione del settore bancario, sia dal punto di vista sindacale, delle prospettive economiche, del futuro assetto dei gruppi bancari e della crescente digitalizzazione dell’attività bancaria.

Nell’ambito dei lavori del Coordinamento è stata organizzata la Tavola Rotonda “Unicredit: 8 ottobre – riequilibrio del welfare, un impegno sociale! Piano industriale, contrazione o sviluppo?”, dove i vertici della Fabi Unicredit, il Segretario Nazionale Mauro Morelli e il Coordinatore Angelo Di Cristo, assieme ai Segretari Nazionali delle altre sigle si sono confrontati con le controparti aziendali.

Il Segretario Nazionale FABI di riferimento Mauro Morelli ha quindi illustrato le principali caratteristiche di quello che Unicredit considera un aggiornamento del Piano Industriale, denunciando ancora una volta una pressoché esclusiva focalizzazione sulla riduzione dei costi, in particolare quelli del personale, ed una limitata (e contestata anche dagli analisti) prospettiva di crescita.

Ciò che preoccupa il Coordinamento è che una tale impostazione sia attribuibile ad una limitata visione strategica del top management di Unicredit e alla sua incapacità di creare occasioni di rilancio, abdicando tale ruolo alle solite società di consulenza che ripropongono ciclicamente gli stessi modelli in fotocopia. A ciò si aggiunge una particolare difficoltà del nostro Gruppo a realizzare modelli organizzativi in linea con gli obiettivi dichiarati e a calarli coerentemente nella realtà operativa.

Non è un caso quindi che il tema delle pressioni commerciali sia stato sottolineato nella quasi totalità degli interventi. Il Coordinamento di Gruppo ritiene quindi indifferibile il raggiungimento di un accordo che, sviluppando la Dichiarazione congiunta sulle Vendite Responsabili sottoscritta in sede di CAE, definisca limiti precisi alla sollecitazione commerciale e ribadisca, per quanto dovrebbe essere già scontato, il rispetto della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori. In tale contesto dovrà inoltre essere ribadita la necessità di un adeguata formazione alla vendita dei prodotti finanziari. Per rendere esigibile un tale accordo dovranno essere adeguatamente coinvolte le strutture commerciali e dovrà essere chiarito il ruolo superiore delle funzioni HR sulle stesse.

Il Coordinamento conferma che la gestione degli impatti della revisione del Piano Industriale non potrà prescindere dalla volontarietà delle uscite incentivate e dalla definizione di adeguate tutele sia per i lavoratori interessati agli esodi che per tutti coloro che resteranno all’interno del Gruppo, sui quali graverà la riduzione del personale.

Sarà quindi necessario intervenire per garantire sempre adeguati livelli occupazionali, anche e soprattutto attraverso nuove assunzioni, che potrebbero inoltre costituire motivo di rilancio della banca stessa.

In un contesto di contrazione dei livelli occupazionali e di ricerca di meccanismi di volontarietà per la riduzione dei costi del personale, risulta inaccettabile oltre che incoerente la persistenza di domande di part time inevase, in particolare in alcune Region.

Il Coordinamento sottolinea la necessità di interventi di nuova occupazione a favore di alcuni territori dove si ha l’impressione di una contrazione della presenta del Gruppo e che sono trascurati dalle nuove assunzioni, con particolare riferimento al Sud ed alla regione Sicilia.

Il Coordinamento ritiene che la struttura di BT potrebbe costituire una valida soluzione al recupero di attività e di occupazione ma dovrebbe mutare profondamente approccio, in quanto attualmente intercetta esclusivamente lavorazioni di basso profilo che non sono in grado di generare tra i colleghi interessati adeguati livelli motivazionali, anche per l’incapacità di tutti i livelli gerarchici di rappresentare positivamente tale opportunità.

Nel contesto delle diffuse riorganizzazioni il Coordinamento ribadisce la massima attenzione nei confronti di UBIS, l’azienda del gruppo più delle altre interessata dalle esternalizzazioni. La FABI conferma l’impegno nel seguire l’andamento delle diverse NewCo create e sottolinea in particolare le criticità già emerse in ES SSC, anticipando che incalzerà l’Azienda ad onorare gli impegni assunti con gli accordi sottoscritti. Alla luce di tali esperienze valuteremo con ancora maggior severità eventuali altre iniziative di esternalizzazione.

I prossimi mesi vedranno impegnato il Coordinamento di Gruppo non solo nella gestione delle ricadute del Piano Industriale ma anche su tutte le tematiche il cui calendario è stato definito nell’Accordo di percorso dell’8 ottobre 2015, con la consapevolezza che i diversi interventi dovranno reimpiegare a favore dei colleghi gli eventuali risparmi che si dovessero generare, superando inoltre le antistoriche differenze ancora esistenti su taluni temi quali l’assistenza sanitaria e le condizioni al personale.

Il Coordinamento valuta che il primo accordo sottoscritto nell’ambito degli impegni succitati vada nella giusta direzione: la prevista riorganizzazione/unificazione dei Fondi pensione a partire dai cd. Fondi interni ha ribadito la salvaguardia delle condizioni in essere sia per gli attivi in servizio che per i pensionati e l’impegno aziendale a garantire la sussistenza nel tempo dell’equilibrio finanziario.

Il Coordinamento auspica che anche nella riorganizzazione dei Cral con la creazione di un organismo sostitutivo si possa salvaguardare la rete di relazioni sui diversi territori e il prestigio generato dalle precedenti strutture.

Per quanto riguarda le altre tematiche il Coordinamento ritiene si debba superare la logica delle cd. Prassi aziendali e si possa finalmente addivenire ad un vero e proprio Contratto di Secondo livello. In tale sede contesto si dovranno definire in tutte le aziende del Gruppo adeguati riconoscimenti delle professionalità definendo percorsi inquadramentali e correlati riconoscimenti economici da consolidare nel tempo, questo al fine di non disperdere le professionalità acquisite e di riconoscere quelle emergenti, quali ad esempio quelle di Banca Diretta Multicanale. Il Coordinamento conferma la massima attenzione e presidio sindacale su queste nuove realtà lavorative che richiedono la definizione di specifiche tutele.

Il Coordinamento ritiene, per quanto non dovrebbe essere il suo compito, che sia assolutamente necessario garantire un buon servizio alla clientela, evitando di abbandonare ambiti di business e quote di mercato che logiche temporanee e di breve periodo potrebbero far perdere per sempre. Con analoga cautela è opportuno approcciarsi a nuovi business, senza perdere di vista la principale funzione che un’azienda di credito deve garantire, il supporto all’economia del Paese, alle famiglie e alle imprese. In particolare se da una parte è opportuno assecondare il crescente utilizzo da parte della clientela dei cd. Canali Evoluti, ciò non deve comportare un corrispondente abbandono del presidio territoriale e dei canali tradizionali.

Il Coordinamento ribadisce l’imprescindibile ruolo della formazione e dell’aggiornamento delle  lavoratrici e dei lavoratori, confermando l’impegno a sostenere iniziative formative adeguate e modalità coerenti di realizzazione delle stesse. A tal fine auspica una rapida e positiva definizione delle Linee guida per una efficace formazione online.

Il Coordinamento manifesta la propria preoccupazione per una recente riorganizzazione del settore Salute e Sicurezza, riorganizzazione che sembra andare verso una esternalizzazione dell’attività di rilevazione dei rischi con perdita di professionalità degli addetti e possibili cortocircuiti tra i soggetti deputati.

Il Coordinamento FABI Gruppo Unicredit infine riafferma la centralità del ruolo delle lavoratrici e dei lavoratori di Unicredit, confermando il proprio continuo impegno nel tutelarli, nella consapevolezza che solo attraverso la difesa del ruolo originario di Banca di Unicredit si potrà continuare a difendere la sana e buona occupazione.

Roma, li 18 novembre 2015

APPROVATO ALL’UNAMINITA’

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Evidenza, Newsletter & Comunicati Gruppo Unicredit

Coordinamento FAbi Unicredit: Sileoni apre i lavori

Posted on 16 Novembre 201517 Novembre 2015 By Claudio Voghera

Circa 200 Rappresentanti Sindacali Aziendali della FABI presenti a Roma per la riunione dell’Organo di Coordinamento del Gruppo Unicredit, in corso da oggi fino a mercoled

Evidenza, Newsletter & Comunicati Gruppo Unicredit

Sileoni: La FABI risponde a Unicredit

Posted on 13 Novembre 201513 Novembre 2015 By Claudio Voghera

Sileoni su Milano Finanza, in un’ampia intervista, commenta il piano Unicredit: “Sembra la confessione di un ridimensionamento politico, organizzativo e finanziario. Ai primi licenziamenti scenderemo in piazza”

Evidenza, Rassegna Stampa

TGR Piemonte: Angelo Di Cristo parla di Unicredit

Posted on 12 Novembre 201513 Novembre 2015 By Claudio Voghera
TGR Piemonte: Angelo Di Cristo parla di Unicredit

Intervista del Coordinatore Nazionale FABI del Gruppo Unicredit al TGR Piemonte del 12-11-2015

Evidenza, Rassegna Stampa

Comunicato unitario su aggiornamento Piano Strategico 2014/2018

Posted on 12 Novembre 201513 Novembre 2015 By Claudio Voghera

Segreterie di Gruppo UniCredito

REVISIONE DEL PIANO STRATEGICO 2018

NON SI VEDE UNA PROSPETTIVA DI SVILUPPO

Ieri 11 novembre si è tenuto un incontro nel corso del quale il Capo del Personale del Gruppo ha illustrato i contenuti relativi all’annunciata revisione del Piano strategico 2018.

In premessa abbiamo chiesto chiarimenti in merito alle indiscrezioni di stampa susseguitesi negli ultimi giorni che hanno alimentato un clima di forte preoccupazioni tra i Lavoratori, le Lavoratrici e la clientela del Gruppo.

L’Azienda ha precisato che si tratta di un aggiornamento del Piano Industriale precedente, confermando le linee guida a suo tempo annunciate, aggiornate per la necessità di fronteggiare:

  • una crescita economica rallentata rispetto alle previsioni in tutti i Paesi in cui Unicredit è presente;
  • una marcata contrazione del margine di interesse, senza alcuna prospettiva di miglioramento nel breve periodo;
  • l’evoluzione in senso restrittivo delle normative che producono un impatto negativo sulla struttura dei costi.

L’Azienda ha, quindi, illustrato le seguenti linee strategiche che intende adottare:

  1. mantenimento del ruolo di leader a livello europeo nella Banca Commerciale;
  2. ricerca continua dei massimi livelli di efficienza ed efficacia;
  3. continua ricerca dell’innovazione con adeguati investimenti;
  4. valutazione delle redditività delle attività giudicate oggi non sufficientemente redditizie;
  5. focalizzazione su attività in crescita e a basso assorbimento di capitale.

Tali iniziative hanno comportato una revisione dei numeri già previsti dal precedente Piano. Il Capo del Personale, correggendo le notizie di stampa, ha puntualizzato che gli esuberi totali nell’orizzonte temporale 2014-2018 sono 12.200 FTE (full time equivalent), comprensivi di tutte le operazioni di deconsolidamento già attuate (quali UCCMB in Italia), oltre che il turnover, portando a 11.050 gli esuberi complessivi. Di questi 8.455 erano già previsti, mentre 2.595 costituiscono la nuova previsione.

Per quanto attiene al perimetro italiano si passa dalle 5100 eccedenze quantificate dal precedente Piano, a 5.640 con un incremento di 540 FTE, di questi circa la metà sono Dirigenti. Come noto, 2.400 FTE hanno già aderito al piano di uscite incentivate per pensionamento previsti dall’accordo 28 giugno 2014.

in Germania l’incremento delle eccedenze è di 625 FTE, in Austria è di 1.195, infine nella CEE, Asset Management e Assett Gatering è di 235 FTE.

Le attività retail in Austria e il business del Leasing in Italia, ritenute poco redditizie, sono in fase di valutazione. Entro il 2016 il Gruppo deciderà se cederle o sottoporle ad una profonda ristrutturazione.

Per raggiungere il numero dei 18.200 si considerano anche le previste operazioni di cessione di personale derivanti dalla vendita della banca ucraina (4mila) e della joint venture tra Pioneer e Santander AM (2mila), operazione conclusa nella giornata di ieri.

A fronte di una nostra richiesta l’Azienda ha precisato che le riduzioni riguarderanno in misura maggiore i Corporate Center e le strutture di Governance. E’ inoltre previsto un incremento, rispetto a quanto precedentemente dichiarato, del numero di filiali che verranno chiuse.  Nei prossimi incontri ci verranno forniti maggiori elementi di dettaglio.

La somma delle iniziative prospettate comporta una riduzione del costo del personale di circa 750 milioni, a fronte dei quali l’Azienda ha tenuto a sottolineare una contestuale riduzione di costi non HR pari a 800 milioni.

Le valutazioni delle OO.SS.

Abbiamo espresso la nostra forte critica nei confronti dell’ennesimo Piano Industriale che, ancora una volta, incide pesantemente sulla riduzione dei costi e dell’occupazione. Non si scorge quel segnale di discontinuità rispetto al declino di questi anni, quella prospettiva di rilancio che invece sarebbe necessaria per dare fiducia alle persone che lavorano e prospettive di tenuta occupazionale nel tempo, oltre che di valorizzazione professionale.

La valutazione negativa riguarda anche l’individuazione di esuberi aggiuntivi, rispetto al precedente Piano, ancorché gestibili attraverso l’utilizzo della parte ordinaria e della parte straordinaria del Fondo di Solidarietà di Settore che deve assolutamente prevedere la volontarietà quale elemento cardine imprescindibile tra i criteri di accesso.

La critica ha anche riguardato l’impatto negativo sull’organizzazione del lavoro e sulle condizioni di lavoro derivanti dalle riorganizzazioni in atto, non adeguatamente gestite, prima tra tutte quella della rete con il Progetto Open.

Abbiamo ribadito la nostra assoluta contrarietà, ora e per il futuro, a qualsiasi ipotesi di esternalizzazioni.

Infine abbiamo sottolineato come le continue uscite di personale, realizzate in questi anni, abbiano impoverito l’Azienda e che, accanto agli investimenti in tecnologia, sia necessario investire sulle Persone: quelle che rimarranno nel Gruppo e quelle che necessariamente dovranno entrare attraverso un piano di assunzione rivolto ai giovani, così come positivamente sperimentato negli accordi sottoscritti nel Gruppo.

Queste sono le priorità che sosterremo con forza negli incontri che seguiranno nei prossimi mesi.

Vi terremo tempestivamente informati anche organizzando assemblee unitarie in tutte le aziende del Gruppo.

Milano 12 novembre 2015

Segreterie di Gruppo UniCredito
Fabi – First/Cisl – Fisac/Cgil – Sinfub – Ugl Credito – Uilca – Unisin

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Evidenza, Newsletter & Comunicati Gruppo Unicredit

Comunicato unitario accordo di confluenza dei Fondi Interni nel Fondo di Gruppo

Posted on 10 Novembre 201511 Novembre 2015 By Claudio Voghera

Segreterie di Gruppo UniCredito

FIRMATO L’ACCORDO SULLA CONFLUENZA
NEL FONDO PENSIONE DI GRUPPO DEI
COSIDDETTI “FONDI INTERNI”

L’Accordo di Gruppo dell’8 ottobre 2015 prevede in tema di previdenza complementare “l’attuazione di un processo di concentrazione di tutti i Fondi Pensione pre-esistenti in essere nel Gruppo UniCredit”, suddiviso in tre fasi.

Considerata la delicatezza della materia e la pluralità dei fondi presenti, l’argomento è stato approfondito da un’apposita Commissione Tecnica, così come previsto dallo stesso accordo.

Il 10 novembre 2015 abbiamo sottoscritto l’Accordo sulla confluenza nel Fondo Pensione di Gruppo delle forme pensionistiche aziendali complementari denominate “Fondi Interni”.

Tale accordo, che riguarda i fondi interni (21 fondi senza personalità giuridica – inseriti nel bilancio dell’Azienda), rappresenta la prima delle fasi previste.

Si tratta di 21 fondi che coinvolgono 9.955 pensionati e 884 lavoratori attivi. Tra questi, 20 fondi sono interamente a prestazione definita e riguardano in prevalenza personale già in quiescenza. I Regolamenti di tali fondi verranno senza nessuna eccezione recepiti dal Regolamento del Fondo Pensione di Gruppo e le relative prestazioni verranno corrisposte ai rispettivi aventi diritto senza soluzione di continuità.

Per quanto concerne il Fondo ex Caritro sez. B-C (a contribuzione definita e a capitalizzazione individuale), vengono mantenute le prestazioni in essere, con l’innalzamento del contributo aziendale al 3% per tutti gli “iscritti post” (cioè coloro che si sono iscritti alla previdenza complementare a partire dal 28.04.1993).

Mentre, per quanto riguarda la sez. A del Fondo ex Caritro, vale quanto già specificato per gli altri 20 fondi.

A garanzia della stabilità dell’intero sistema previdenziale di Gruppo, e in continuità con gli obblighi già in essere, UniCredit manterrà ad esclusivo proprio carico la copertura degli eventuali disavanzi risultanti dai bilanci tecnici, gli oneri di gestione amministrativa e ulteriori eventuali altri oneri.

Come Sindacato riteniamo chiuso con soddisfazione questo accordo concernente la prima fase di semplificazione del sistema previdenziale di Gruppo.

Diversi sono i fattori che valutiamo positivi e importanti, in particolare:
– l’impegno alla copertura da parte dell’azienda delle riserve matematiche/attuariali;
– il mantenimento della prestazione accessoria di premorienza e invalidità per tutti gli iscritti (ante e post) del Fondo ex Caritro, per il 2016;
– l’innalzamento al 3% del contributo aziendale per tutti gli iscritti post del Fondo ex Caritro.

Più in generale il processo di confluenza nel Fondo Pensione di Gruppo, quale contenitore complessivo per la previdenza complementare, genererà maggiore efficienza e solidità per tutti gli iscritti, anche grazie all’aumento delle masse gestite.

Entro fine anno gli incontri della Commissione Tecnica proseguiranno per definire altre tematiche previdenziali e le idonee soluzioni alla copertura premorienza – tutela superstiti.

L’impegno, come OO.SS. unitarie, è quello di arrivare ad attivare una nuova copertura superstiti, a partire dal 2016, caratterizzata da una particolare attenzione al profilo socio-familiare.

Milano, 10 novembre 2015

Segreterie di Gruppo UniCredito
Fabi – First/Cisl – Fisac/Cgil – Sinfub – Ugl Credito – Uilca – Unisin

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Evidenza, Newsletter & Comunicati Gruppo Unicredit

Accordo del 10 novembre 2015 per la confluenza dei Fondi Pensione Interni nel Fondo di Gruppo

Posted on 10 Novembre 201511 Novembre 2015 By Claudio Voghera
Accordo del 10 novembre 2015 per la confluenza dei Fondi Pensione Interni nel Fondo di Gruppo

In data odierna, al termine dei lavori della Commissione Nazionale Previdenza, in ottemperanza a quanto previsto dall’Accordo di Gruppo del 8 ottobre 2015,  è stato firmato l’accordo per disciplinare la confluenza dei Fondi Interni nel Fondo di Gruppo

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Accordi & Contratti Gruppo UniCredit

Fruizione del congedo parentale in modalità oraria – Approfondimento tecnico

Posted on 6 Novembre 201510 Novembre 2015 By Claudio Voghera
Fruizione del congedo parentale in modalità oraria – Approfondimento tecnico

Riservata alle/agli iscritte/i Fabi del Gruppo UniCredit

Fruizione del congedo parentale in modalità oraria –

Approfondimento a cura della Commissione Pari Opportunità.

Con il Messaggio numero 6704 del 3 novembre l’INPS dà seguito alla circolare n. 152 del 18 agosto 2015 con la quale ha fornito prime istruzioni operative in ordine al congedo parentale a ore previsto dal comma 1 ter dell’art. 32 del D. lgs. 151/2001 per fornire alcune precisazioni circa l’incumulabilità del congedo parentale ad ore con altri permessi o riposi disciplinati dal T.U. maternità/paternità.

La suddetta incumulabilità serve per conciliare al meglio i tempi di vita e di lavoro utilizzando il congedo in modalità oraria essenzialmente nei casi in cui il lavoratore vuole effettuare, nella medesima giornata, una parziale prestazione lavorativa.

In base a questo principio l’INPS, ad integrazione della circolare 152/2015 di cui sopra, fornisce le seguenti indicazioni di maggior dettaglio.

Il genitore lavoratore dipendente che usufruisce del congedo parentale ad ore non può usufruire nella medesima giornata né di congedo parentale ad ore per altro figlio, né dei riposi orari per allattamento anche se richiesti per bambini differenti.

Il congedo parentale fruito in modalità oraria, non è cumulabile inoltre con i riposi orari giornalieri previsti per i figli disabili gravi in alternativa al prolungamento del congedo parentale, anche se richiesti per bambini differenti.

Sono invece compatibile la fruizione del congedo parentale a ore con permessi o riposi diversi dal T.U. maternità/paternità, quali ad esempio i permessi previsti dalla 104/1992 quando fruiti in modalità oraria.

Tabella riassuntiva delle compatibilità:

Parentale ad ore per altro figlio (art. 32 T.U.) non compatibile
Riposi per allattamento, anche per altro figlio (artt. 39 e 40 T.U.) non compatibile
Permessi orari, fruiti in alternativa al prolungamento del congedo parentale, anche per altro figlio (artt. 33 e 42 T.U.) non compatibile
Permessi fruiti in modalità oraria per l’assistenza ai familiari, anche se minori (art. 33, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n.104) compatibile
Permessi fruiti in modalità oraria dal lavoratore a beneficio di se stesso (art. 33, comma 6, della legge 5 febbraio 1992, n.104) compatibile

Le suddette ipotesi di incumulabilità trovano applicazione nei casi di mancata regolamentazione, da parte della contrattazione collettiva, anche di livello aziendale, delle modalità di fruizione del congedo parentale su base oraria.

Vi precisiamo anche che per  il congedo parentale su base oraria, inizialmente previsto solo fino al 31 dicembre 2015,  il decreto legislativo n148/2015,art 43 c.2, ha esteso tale previsione per gli anni successivi.

Alleghiamo alla presente informativa, approfondimento tecnico.

Cordiali saluti.

Milano, 5 novembre 2015

La Commissione Tecnica Pari Opportunità*
e
La Segreteria di Coordinamento FABI Gruppo UniCredit

* Gobbi Cristina mailto :          cristina_199@libero.it

* Benedet Floriana     mailto :          flobened@gmail.com

* Zanardi AnnaMaria mailto :       annamaria.zanardi@unicredit.eu

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Newsletter & Comunicati Gruppo Unicredit

UBIS: Comunicato unitario incontro con CEO

Posted on 5 Novembre 201510 Novembre 2015 By Claudio Voghera
UBIS: Comunicato unitario incontro con CEO

IERI, OGGI E ……. DOMANI?

Nella scorsa settimana le Segreterie di Coordinamento delle OO.SS di UBIS hanno incontrato i vertici dell’azienda nelle persone dell’Amministratore Delegato Paolo Cederle e dei Responsabili del Personale Michele Ungaro e Silvia Cassano.

Nell’ambito delle previsioni del CCNL relative all’Incontro Annuale, la riunione del 28 ottobre è stata focalizzata nello specifico  sulle prospettive future della nostra Azienda, avendo già esperito la parte più generale di detto Incontro (dati economici e strutturali di UBIS) in una precedente riunione, della quale abbiamo puntualmente riferito in un altro comunicato.

Ben vengano le 240 assunzioni nel biennio 2014-15 che, a detta dell’Azienda, ci portano ad essere su questo tema tra i primi nel Gruppo e nel settore di riferimento. Ma dall’altro lato abbiamo l’uscita di ben 264 persone nei prossimi 3 anni, oltre ad una considerevole contrazione del numero dei colleghi nel perimetro Italia che dal 2012 è diminuito del 18% a causa delle esternalizzazioni e delle precedenti adesioni ai piani d’esodo.

Siamo contenti ma non soddisfatti del dato relativo alle assunzioni; infatti, come detto, compensano solo in parte il decremento strutturale del numero degli addetti, si può fare decisamente di più anche alla luce degli incentivi economici offerti sia da provvedimenti legislativi (decontribuzione), sia dal CCNL, sia dal FOC – Fondo per l’Occupazione del Settore che tutti noi sosteniamo convintamente proprio per facilitare la nuova occupazione dei giovani.

Ben venga, la ritrovata centralità di UBIS, visto che i servizi stanno “ritornando CORE” per la Banca, che ora ci vede come “una risorsa e non più solo come un centro di costo”.

“L’evoluzione delle tecnologie ci richiede sempre più risposte in tempi rapidi ed una continua evoluzione dei canali distributivi, a partire dall’agenzia”.

Ma rapidità ed efficacia non devono realizzarsi unicamente attraverso modelli organizzativi che vedono la parcellizzazione di attività, competenze e professionalità presenti nel perimetro Italia. Le scelte di delocalizzazioni e la forte presenza di consulenza strategica di alta direzione, oltre a non essere sempre facilmente misurabili in termini di efficienza ed efficacia, hanno regolarmente generato notevoli difficoltà nelle attività operative svolte dai colleghi di ogni ordine e grado.

A Paolo Cederle, CEO di UBIS, abbiamo espresso la nostra posizione sulle consulenze

che a ns. parere  rimangono eccessive, nonostante l’Azienda continui a dichiarare che sono in diminuzione.

Nell’ottica di comprendere cosa ci si debba aspettare per il futuro, ( anche in ottica del nuovo piano industriale che verrà annunciato il prossimo 11 novembre)  la nostra relazione ha ribadito le preoccupazioni di colleghi e colleghe per il futuro di UBIS, ha rimarcato il disagio che le riconversioni causate dalle innumerevoli ristrutturazioni che si sono susseguite – ed ancora proseguono – ha prodotto, lasciando tossine professionali difficili da smaltire ed una diffusa incertezza sul proprio futuro professionale.

Per le OO.SS resta necessario tenere al centro dei macro processi produttivi la considerazione professionale, i percorsi di crescita, la formazione e lo sviluppo di progetti informatici congrui con l’enorme patrimonio di conoscenze e le capacità delle Lavoratrici/Lavoratori di UBIS, capacità spesso svilita  dal ricorso a consulenze esterne in forma massiccia.

Ci preoccupa fortemente la presenza tra le società di consulenza classificate “GOLD” di aziende come TATA GROUP …… non vorremmo che dalle delocalizzazioni nei paesi dell’Est Europa, l’azienda pensi all’off shoring in India. Siamo una Global Company da Singapore all’America, dove il nostro CEO va alla ricerca di soluzioni innovative ….. ma l’Italia in tutto questo viaggiare dove si colloca?

E’ indispensabile mantenere la nostra natura, che ci ha portato all’integrazione delle aziende nel Gruppo grazie alle professionalità interne, e non cercare di imitare modelli di aziende di servizi e consulenza dove peraltro il dialogo sociale non è praticato.

A fronte di nostre specifiche richieste e sollecitazioni, il Top Management ha dichiarato che non esistono, allo stato, dossier riguardanti eventuali ulteriori esternalizzazioni; che non sono previste ulteriori delocalizzazioni di attività e che, nonostante la Multipolarità non sia più considerata strategica, non si procederà, attualmente, alla chiusura di Poli; che il mondo Operations mantiene, seppure con modalità e consistenze diverse dal passato, un ruolo importante nella costruzione e fornitura di servizi al cliente.

Viene ancora perseguita, seppur con un approccio discontinuo, la creazione di centri globali di competenza, il modello “Global HUBS” è ancora, nelle parole del management, un opportunità per creare sinergie; il livello trans- europeo dell’operazione, dal nostro punto di vista impone attenzione e controllo.

Memori delle vicende, spesso fortemente negative, che hanno contraddistinto il passato e testimoni di situazioni gravemente contraddittorie verificatesi in questi ultimi anni, abbiamo preso atto di queste dichiarazioni espresse dal Top Management di UBIS; saranno il tempo e soprattutto le azioni a dover dimostrare la coerenza di quanto dichiarato.

Ben venga la dichiarazione aziendale di disponibilità a discutere con le Organizzazioni Sindacali del polo tecnologico, attrattivo di ricerca e depositario di Know-how, con l’intenzione di farlo diventare il punto di riferimento per il Gruppo ed il settore, attraverso un chiaro segnale di investimento sul territorio nazionale.

Nella nostra azienda si pianifica, si fa budget, si seguono i progetti… ed il resto chi lo fa?

Ci hanno parlato di Big Data, di Bit Coin, Block Chain, di API, ma a questa domanda non troviamo mai risposta.

Nelle dichiarazioni aziendali il progetto “Big Data” è ritenuto di grande importanza per il futuro business del Gruppo, si tratta di una mole di dati sui clienti che viene registrata e analizzata con metodologia dedicata; come ci insegnano i social network, più informazioni diamo sul nostro conto, più diventa semplice intercettare i nostri bisogni (veri e/o presunti) e le nostre esigenze, più facilmente si sarà in grado di proporre  prodotti mirati, poco importa se bancari o meno, le esperienze già fatte con la vendita nelle agenzie di articoli Samsung e Techno Gym sono state presentate come esperienze positive.

Abbiamo inoltre posto il problema delle società esternalizzate, delle quali ricordiamo UBIS detiene la partecipazione del 49%, esprimendo tutta la nostra preoccupazione per ES-SSC che a ben tre anni dalla sua costituzione non ha prodotto nessuno dei risultati presentati nel piano industriale e dichiarando che vorremmo avere una visione più chiara anche sulla situazione di ABAS e di V-TS.

Le nostre preoccupazioni sono state in parte confermate dall’azienda …… noi non lasceremo mai soli i colleghi di quelle aziende.

Nell’incontro Paolo Cederle ci ha espresso il suo rammarico sull’ultima frase del nostro precedente comunicato nel quale avevamo fatto notare il mancato apprezzamento sull’apporto delle Lavoratrici ed i Lavoratori di UBIS per i risultati raggiunti, lamentandosi in quanto UBIS mette sempre al centro le persone TUTTE … ci auguriamo che oltre alle parole delle carte d’integrità e dei buoni propositi ci siano le azioni conseguenti.

Le OO.SS. Di UBIS in ottemperanza all’art. 5.1 dell’Accordo Programmatico di Percorso   siglato in Capogruppo lo scorso 8 ottobre, hanno richiesto di attivare il confronto in sede aziendale in tema di valorizzazione professionale, visto che la discussione si deve concludere entro il primo semestre 2016.

Sul tema è inevitabile partire dal GJM sul quale è necessario organizzare una discussione partendo come sempre dalle competenze e dalle mansioni di Lavoratori e Lavoratrici.

A questo proposito abbiamo richiesto, a breve, un primo incontro esplicativo sulla nuova nomenclatura e classificazione dei  “Job” che l’Azienda, in modo unilaterale, ha attribuito ad ogni dipendente. Siamo convinti che questo percorso rappresenti l’unica  forma di riconoscimento delle professionalità dei/delle Lavoratori/trici di UBIS e che possa tradurre in realtà quello che nel corso di questo Incontro ci è stato illustrato.

Ricordiamo che UBIS si occupa di tutti gli appalti del Gruppo, a questo proposito abbiamo ribadito all’Azienda la necessità di presidiare efficacemente l’intera filiera degli appalti e che vengano adottate specifiche previsioni al fine di evitare il “massimo ribasso”, nonché precise clausole (ad esempio la “clausola sociale”) a tutela delle condizioni e dei diritti dei Lavoratori delle società appaltatrici.La carta di integrità regola  anche i rapporti con i fornitori esterni ed è il fiore all’occhiello del Gruppo, coerentemente ci aspettavamo un impegno stringente sul tema, non c’è stato.

Qualche considerazione la vogliamo fare anche sulle modalità di una presentazione che è apparsa più adatta ad un incontro con le strutture manageriali che per un Incontro con le OO.SS.; tuttavia le informazioni non sono mancate, la fotografia è a colori accesi ma anche densa di ombre, il dubbio è che questa rappresentazione si attagli solo ad una parte delle risorse di UBIS, indubbiamente preparata professionalmente, proiettata su progetti all’avanguardia, ma limitata nei numeri.

La platea più numerosa invece è alle prese con i problemi quotidiani che abbiamo enunciato in apertura, non si sente al centro delle strategie aziendali ed è in continua riconversione professionale. In molti settori di UBIS non vi è equilibrio nelle quantità e nella qualità delle attività che si svolgono, manca una razionalizzazione cercata da tempo ma mai realizzata completamente.

Se poi si mandano in altri Paesi lavorazioni e/o si esternalizzano attività e si cedono colleghi la fiducia e la serenità non possono che diminuire.

Su una cosa siamo d’accordo, le due identità apparentemente divergenti che ci sono state rappresentate devono trovare un percorso comune che tenga conto delle esigenze non solo aziendali ma soprattutto delle aspettative di Lavoratrici e Lavoratori.

Milano, 04/11/2015

Le Segreterie di Coordinamento delle OO.SS. di UBIS

Fabi – First/Cisl – Fisac/Cgil – Sinfub – Ugl – Uilca – Unisin

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