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Accordo Fondo Previp del 17 marzo 2014

Posted on 21 Marzo 201428 Marzo 2014 By Claudio Voghera
Accordo Fondo Previp del 17 marzo 2014

Di seguito è possibile scaricare il testo dell’accordo di Gruppo del 17 marzo 2014 sulla confluenza degli iscritti a Previp Fondo Pensione nel Fondo Pensione di Gruppo (nonché  lettera relativa alla copertura TCM per gli ex dipendenti Banca dell’Umbria/Mediocredito dell’Umbria).

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Accordi & Contratti Gruppo UniCredit

Comunicato Unitario su Piano industriale 2014-2018

Posted on 20 Marzo 201421 Marzo 2014 By Claudio Voghera

UniCredit:…devono pagare sempre i lavoratori???…..

Si è svolto nella giornata di ieri il previsto incontro tra le Segreterie Nazionali, i Coordinatori di Gruppo delle scriventi Organizzazioni Sindacali e i vertici di UniCredit per l’illustrazione del Piano Industriale 2014-2018, approvato dal CdA del Gruppo lo scorso 11 marzo.

L’azienda ha illustrato i risultati di bilancio e le linee generali del Piano Industriale teso a ridurre il rischio sui crediti, aumentare la redditività e ottimizzare, ovvero, “efficientare” le risorse.

Il bilancio 2013 evidenzia perdite per 14 mld di Euro, prevalentemente dovute alla svalutazione degli avviamenti e agli accantonamenti sui crediti, che evidenziano inequivocabilmente la responsabilità del Management.
Lo stesso Management che, a fronte di perdite così rilevanti, ha deliberato il pagamento dei dividendi agli azionisti.

L’esasperata flessibilità degli organici e la dilatazione degli orari di apertura degli sportelli, il potenziamento dei canali digitali, l’integrazione multicanale digitale e fisica, l’ennesimo ridisegno della rete e una vaga offerta di innovazione rappresentano, secondo UniCredit, una “sicura” chiave di rilancio.

Al di là degli annunci e dei proclami, restano i numeri. I numeri oggi ci dicono che dal 2008 alla fine del Piano 1250 sportelli sono già stati o saranno chiusi, moltissimi ridimensionati e oltre 20.000 posti di lavoro persi. Da oggi alla fine del 2018, secondo questo Piano, ci saranno ulteriori 5.700 lavoratori in meno, che incideranno ulteriormente sulla situazione degli organici della rete.

Rimane inoltre una grave preoccupazione per il destino di UCCMB, dove 750 lavoratori non hanno certezza sul futuro della loro azienda.

In questo contesto UniCredit torna a prospettare il congelamento degli accordi di secondo livello (Contratto Integrativo, previdenza complementare, premi di anzianità, CRAL, ecc. ) e a ipotizzare pesanti interventi su ferie e festività, flessibilità di inquadramento e di mansioni, mobilità territoriale e infra-gruppo.

Di fatto verrebbe garantita esclusivamente la sola applicazione delle norme del Contratto Nazionale, come già sta accadendo per i giovani neo-assunti cui l’azienda, con decisione unilaterale, non riconosce le previsioni del Contratto Integrativo.

Tutto ciò che da sempre ha rappresentato una reale valorizzazione degli sforzi profusi dai lavoratori all’interno del Gruppo Unicredit rischia quindi di venir cancellato senza alcuna motivazione condivisibile.

A fronte della richiesta di sacrifici ai lavoratori e della denuncia di una situazione di difficoltà del Gruppo, resta inspiegabile l’assenza di interventi su questioni da sempre sollevate dalle Organizzazioni Sindacali, quali il sistema incentivante (discrezionale e mai trasparente) e il pagamento di bonus ai manager.

In attesa dell’apertura formale della procedura, probabilmente a maggio, il Sindacato denuncia l’ennesimo tentativo di scaricare esclusivamente sulle lavoratrici e sui lavoratori le conseguenze di scelte imprenditoriali e manageriali che si sono rivelate fallimentari.

Le Organizzazioni Sindacali hanno ribadito la loro contrarietà al Piano che si colloca anche temporalmente alla vigilia del rinnovo del contratto nazionale.

I lavoratori non devono rischiare di pagare due volte per le scelte di ABI e per quelle di Unicredit.

In entrambe le partite il confronto dovrà individuare soluzioni sostenibili che consentano un effettivo rilancio del Gruppo e del settore sulla base di un nuovo modello di banca che veda al centro del progetto l’occupazione, il lavoro e la professionalità dei colleghi.

Roma, 20 marzo 2014

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Le Segreterie Nazionali

Le Segreterie di Gruppo

Evidenza, Newsletter & Comunicati Gruppo Unicredit

Comunicato unitario inrerente i Percorsi Formativi per i Lavoratori over 55

Posted on 19 Marzo 201419 Marzo 2014 By Claudio Voghera

Segreterie di Gruppo UniCredit

Dircredito Fabi Fiba/Cisl Fisac/Cgil Sinfub Ugl Credito UilCa

Avviso FBA 2-2012: “Over55 – Essere senior in Unicredit”

Laboratorio “Alla scoperta della Seniority”

I lavoratori Over 55 nelle Aziende del nostro Gruppo rappresentano una “forza forte” non solo quantitativamente, ma soprattutto in termini di competenze e background professionale.

La ricerca effettuata lo scorso anno da un “partner scientifico esterno”, la Fondazione Brodolini, con l’obiettivo di rilevare e definire le problematiche e i fabbisogni formativi dei lavoratori over 55, ha evidenziato la necessità che l’Azienda prenda coscienza di questa realtà e si avvicini ad essa per conoscerne punti di forza, ma anche bisogni e aspettative.

L’alta adesione alla ricerca (risposta del 56% su 11000 colleghi circa), grazie anche alla costruzione partecipata all’indagine del sindacato che ne ha sostenuto la diffusione tra i lavoratori, ha permesso la predisposizione di percorsi formativi diversificati tesi a rispondere alle esigenze espresse dai lavoratori e delle competenze ritenute da valorizzare.

Con la richiesta di partecipazione al progetto “Alla scoperta della Seniority”, realizzato con la metodologia del Laboratorio, si può contribuire alla elaborazione di una matrice di possibili iniziative che coinvolgano e valorizzino gli Over-55, in linea con i bisogni emersi dalla ricerca. Con l’obiettivo di:

  • Sviluppare un’adeguata competenza intergenerazionale, promuovere la costruzione e la diffusione di “best practice” in materia e un nuovo modello di cultura gestionale e operativa da diffondere in azienda;
  • Contribuire a produrre ulteriori proposte per promuovere un recupero di efficienza, efficacia e produttività aziendale individuale;
  • Contribuire alla diffusione di una cultura di gestione inclusiva delle differenze generazionali.

Sono pianificate 6 edizioni riservate prioritariamente a colleghi Over-55

1 Edizione 14-15 Aprile Milano 2 Edizione 29-30 Aprile Napoli
3 Edizione 06-07 Maggio Palermo 4 Edizione 12-13 Maggio Torino
5 Edizione 26-27 Maggio Bologna 6 Edizione 09-10 Giugno Roma

L’impegno preso dall’Azienda è che questi progetti si sviluppino anche nel corso degli anni futuri, coinvolgendo sempre più lavoratori, per un nuovo approccio alla “Age Diversity”, non solo rivolto ai senior di oggi ma anche a coloro che lo diventeranno.

Sollecitiamo la vostra partecipazione, che sarà da inoltrare alla vostra struttura di HRBP, rimanendo a disposizione per ogni vostra necessità di chiarimento.

Roma, 7 Marzo 2014

Segreterie di Gruppo UniCredit
Dircredito Fabi Fiba/Cisl Fisac/Cgil Sinfub Ugl Credito UilCa

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Evidenza, Newsletter & Comunicati Gruppo Unicredit

Comunicato unitario Segreterie Nazionali su piano industriale

Posted on 12 Marzo 201413 Marzo 2014 By Claudio Voghera

UNICREDIT: NON SI POSSONO CHIEDERE SACRIFICI AI LAVORATORI. LE RESPONSABILITÀ STANNO DA UN’ALTRA PARTE

Abbiamo appreso dal comunicato diffuso dall’Azienda che il Gruppo UniCredit ha registrato nel 2013 una perdita netta di 14,0 miliardi di euro. Si tratta di un risultato economico molto pesante rispetto al quale esprimiamo forte preoccupazione, nonostante sia stato presentato dall’A.D. Ghizzoni come un anno “di svolta”, in particolare, per come l’azienda ha gestito la comunicazione, il rapporto con i lavoratori e i loro rappresentanti, e impostato il piano industriale 2013/2018 scaricando sui lavoratori il costo della ristrutturazione.

Da una prima lettura emerge come tale risultato sia riconducibile, prevalentemente, a voci straordinarie e ad una pulizia radicale sui crediti come conseguenza di  una pessima  gestione del credito che ha caratterizzato il Gruppo negli ultimi anni.

In attesa dei necessari approfondimenti e dell’incontro in calendario per il prossimo 19 marzo con i vertici aziendali, le scriventi Segreterie ritengono opportuno esprimere alcune considerazioni di merito:

  • Il Gruppo UniCredit ha ridotto i ricavi per effetto del calo  degli  interessi  netti, dinamiche  di  cambio  sfavorevoli,  tassi  di  interesse  ai  livelli  minimi,  debole  domanda  di finanziamenti nell’Europa occidentale che ha compresso i margini, bassi ricavi da negoziazione, ma il risultato del perimetro Italia registra un aumento dei ricavi dello 0,3% con una contrazione significativa dei costi del personale (- 2,3%).
  • Il risultato negativo di 14 miliardi di euro, concentratosi sul IV trimestre, è attribuibile a rettifiche di valore (avviamento delle aziende – con l’azzeramento dell’avviamento del perimetro Italia – e di rapporto con i clienti del gruppo per €9,3 miliardi), rettifiche accantonamenti su crediti (€9,3 miliardi), oneri di ristrutturazione destinati a ridurre l’organico (circa 8.500 unità per €0,7 miliardi). La differenza rispetto al 2012 è data per circa 1/3 dalle rettifiche su crediti (€4,3 miliardi) e per circa 2/3 dalle rettifiche di avviamento (€8 miliardi).
  • Tale risultato risente del beneficio della valutazione della quote Banca d’Italia pari a €1,4 miliardi altrimenti destinato ad essere ancora più negativo.
  • Nonostante il risultato negativo è stata inspiegabilmente deliberata la distribuzione di utili agli azionisti.

Riteniamo che in questa azienda gli interrogativi più importanti debbano riguardare le responsabilità di chi ha determinato questa situazione, le responsabilità di chi decide di gestire in questo modo la fase, le responsabilità di chi decide di scaricarne le conseguenze sui lavoratori e sull’occupazione come si evince dal Piano Industriale presentato contestualmente ai risultati di bilancio. Non vorremmo che il dividendo, comunque previsto, sia il prezzo pagato per tenere buoni gli azionisti mentre si penalizzano pesantemente le lavoratrici e i lavoratori. E vedremo alla fine quanti soldi avranno il coraggio di attribuirsi i top manager per la perdita contabilizzata.

Un film già visto! Dopo il Piano Industriale 2010-2015, che ha ridotto l’occupazione di circa 8.000 lavoratori, UniCredit decide di presentarne un altro per il 2013-2018 con ulteriori 8.500 esuberi di cui 5.700 nella sola Italia.

Non è possibile che in presenza di problemi riconducibili a scelte strategiche fallimentari, a crediti, spesso di grandi entità, non correttamente erogati ed a rettifiche del valore delle aziende acquisite nel tempo la risposta sia la riduzione dell’occupazione mettendo a rischio la capacità stessa dell’azienda di produrre ricavi negli anni a venire. Questo è il vero problema! “La ricetta meno organico maggiore redditività ha già dimostrato tutti i suoi limiti; la prospettiva deve essere cambiata!” Il vero rimedio è realizzare un nuovo modello di banca in grado di essere motore di crescita dove le agenzie rappresentino la modalità principale di presidio del rapporto con il cliente rispetto a quello di una banca virtuale e tecnologica.

Per risolvere i problemi legati ad una errata impostazione industriale e gestionale non vogliamo giocarci il futuro. Il futuro è dato dal lavoro e dagli investimenti.

Roma, 12 marzo 2014

LE SEGRETERIE DI GRUPPO LE SEGRETERIE NAZIONALI

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Evidenza, Newsletter & Comunicati Gruppo Unicredit

UBIS: Comunicato incontri del 27 e 28 febbraio 2014

Posted on 1 Marzo 20149 Marzo 2014 By Claudio Voghera
UBIS: Comunicato incontri del 27 e 28 febbraio 2014

Tesorerie Enti…la solita storia

Nei giorni 27 e 28 febbraio le Segreterie di Coordinamento delle scriventi OO.SS. hanno incontrato la delegazione aziendale per affrontare i seguenti temi :

TESORERIE ENTI

Abbiamo rappresentato all’azienda tutte le problematiche riferiteci durante le assemblee molto partecipate dai colleghi, che le scriventi OO.SS. hanno convocato nei poli interessati di Palermo, Roma, Torino e Trento.

In videoconferenza con il Responsabile dell’Area Tesorerie abbiamo segnalato le criticità comuni a tutti i Poli, derivate in gran parte (ma non solo) dalla messa in produzione nel 2013 di un nuovo “Portale Back Office Tesorerie” ancora in fase di completamento e collaudo.

Ricordiamo che quest’area ha già subito una forte riorganizzazione con il relativo efficientamento che ha portato ad una riduzione di 130 addetti nel 2013, ed altri ne sono previsti per il 2014.

L’azienda ci ha comunicato che nello scorso anno c’è stato un calo dei volumi di lavoro; secondo Ubis, la situazione è sotto controllo, e si sta avviando verso una stabilizzazione positiva.

Le segnalazioni che riceviamo dai colleghi del settore tesorerie invece non indicano la stessa soddisfazione, e l’abbiamo rappresentato alla delegazione aziendale argomentando puntualmente.

La continua riorganizzazione delle Tesorerie, con conseguente spostamento di attività da un polo ad un altro e a volte anche all’interno dello stesso, è causa di tensioni interne, di confusione organizzativa, di incertezza dei ruoli e delle competenze; tutto questo porta conseguenti ricadute sulla produttività e sulla qualità del lavoro, con accentuato aumento del rischio di errore, e, come se non bastasse, aumentano anche le lamentele da parte degli enti clienti!

Questa situazione è “pesante” per i colleghi che si vedono oltretutto costretti a fare straordinari da mesi, sabati compresi, (quando nell’intero Gruppo gli straordinari sono in via di contenimento), a non fare assenze (permessi e ferie) nel mese di dicembre (quando nell’intero Gruppo il must del momento è l’azzeramento delle ferie/permessi/festività/banca ore).

Il processo di “paperless” accentua le disfunzioni che caratterizzano questa organizzazione, che è basata sulle sinergie di banca-ubis; le filiali tesoriere, così come il BOTE, non hanno ancora raggiunto il livello di efficienza che potrebbe portare alla semplificazione dei processi e all’eliminazione della carta. Le strutture create non sono state adeguatamente formate e motivate, e sembrano lasciate in balia di loro stesse.

Il responsabile ci ha comunicato che stanno provvedendo a una puntuale rilevazione delle attività, per capire la sostenibilità nella distribuzione del lavoro…ma forse questo andava fatto prima, in quella fase chiamata “analisi”, cosi come, a nostro parere, il rilascio della nuova procedura informatica andava pianificata con modalità più responsabili e dopo i dovuti adattamenti alla realtà UniCredit.

Anche nella formazione, in particolare nella forma del training on the job, abbiamo denunciato non è stata fatta in modo adeguato e strutturato (vista anche la tradizione del Gruppo sul tema),si è limitato ad un temporaneo e frammentato affiancamento che non ha portato benefici.

Abbiamo quindi calendarizzato un nuovo incontro da svolgere entro il mese di maggio, per le necessarie verifiche sugli impegni che abbiamo richiesto all’azienda riguardo al miglioramento dell’organizzazione delle lavorazioni, la sostenibilità dei ritmi di lavoro e dei benefici conseguenti in termine di qualità tempi di vita/lavoro. Abbiamo richiesto un intervento presso UniCredit sia per quanto riguarda il mantenimento delle convenzioni di tesoreria sia per quanto riguarda formazione/organizzazione dei colleghi dei BOTE e dei colleghi delle filiali tesoriere.

In merito alla ns. richiesta di chiarimenti sul futuro della società Uni IT (società con sede a Trento di proprietà UBIS al 51% con personale distaccato dal Gruppo) – frutto di ns. perplessità sull’utilizzo di società esterne che potrebbero svolgere le stesse funzioni – l’azienda ha garantito che Uni IT continuerà nel suo lavoro.

TRANSFORMATION OFFICE

L’azienda ha confermato il trasferimento della struttura Market Development in UniCredit S.p.A. secondo le dichiarazioni aziendali “per lavorare a matrice piú allargata sulle possibilità di business al di fuori di UniCredit”, ricordiamo che questa è la struttura che in Ubis è stata artefice degli studi di fattibilità del progetto Newton. La struttura in oggetto, ancora in corso di definizione, avrà il compito di efficientare e centralizzare con visione geograficamente internazionali Ubis…..in poche parole la mente ed il braccio delle future delocalizzazioni ?

VIDEOSORVEGLIANZA

E’ stato ratificato l’accordo quadro che regolamenta la materia; le RR.SS.AA. dei poli interessati sottoscriveranno in sede locale gli accordi nel rispetto delle loro prerogative, previste dalle vigenti norme.

Portiamo all’attenzione dell’azienda la gestione anche degli stabili dei poli medio piccoli, vedi Potenza che è stato lasciato in uno stato di abbandono nel tempo, senza il necessario presidio previsto.

Con l’occasione abbiamo di nuovo posto all’attenzione la preoccupante situazione dei colleghi delle società esternalizzate, con particolar attenzione sulle vicende della società ES SSC, su cui abbiamo chiesto di intervenire, confermando nel contempo la ns. contrarietà alle esternalizzazioni ed ai processi di delocalizzazione.

Milano, 28 febbraio 2014

SEGRETERIE DI COORDINAMENTO

DIRCREDITO – FABI – FIBA/CISL – SINFUB – UGL/CREDITO – UIL.CA

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Newsletter & Comunicati UCS S.c.p.A. (ex UBIS S.c.p.A.)

UBIS: Accordo quadro videosorveglianza

Posted on 1 Marzo 20149 Marzo 2014 By Claudio Voghera
UBIS: Accordo quadro videosorveglianza

Di seguito è possibile scaricare la versione integrale dell’Accordo Quadro in materia di videoregistrazione e videosorveglianza negli stabili UBIS in Italia sottoscritto in data 28 febbraio 2014.

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Accordi & Contratti UCS S.c.p.A. (ex UBIS S.c.p.A.)

Trade Union Alliance Unicredit – Incontro del 25/02/2014 a Torino

Posted on 26 Febbraio 201427 Febbraio 2014 By Claudio Voghera
Trade Union Alliance Unicredit – Incontro del 25/02/2014 a Torino

TRADE UNION ALLIANCE DI UNICREDIT

Meeting al centro ITC-ILO Torino 25 febbraio 2014

Unicredit nel tempo, con l’aggregazione di diverse banche  è diventato uno dei più grandi Gruppi Bancari a livello europeo e internazionale, al pari, i sindacati hanno costituito a Vienna il 21 settembre 2009 la  Trade Union Alliance coordinata da Uni Finance, con l’obiettivo di unire i lavoratori di tutti i paesi dove opera il Gruppo UniCredit.

Lo scopo di questa T.U.A. è di coordinare e di rafforzare l’impegno dei sindacati di  Unicredit di collaborare a livello Europeo e Internazionale, basandosi su valori ed obiettivi condivisi per migliorare la comunicazione e la cooperazione, e di attuare azioni coordinate e supportate  da Uni Finance.

Gli obiettivi della Trade Union Alliance sono:

  • Coinvolgere Unicredit in un dialogo sociale a livello internazionale
  • Stringere accordi con Unicredit  per migliorare le condizioni di lavoro dei dipendenti  in ogni paese con il supporto dei Sindacati Nazionali membri di UNI.
  • Aumentare il livello di sindacalizzazione in Unicredit.

I sindacati membri della Alleanza Sindacale collaborano con lo scopo di proteggere e promuovere gli interessi dei dipendenti di Unicredit in tutto il gruppo.

I sindacati membri dell’Alleanza sindacale attueranno azioni concrete per allargare la rete, migliorando i contatti con i sindacati nei paesi in cui i dipendenti sono organizzati ed impegnandosi per organizzare i dipendenti che non lo sono.

  • La Trade Union Alliance, coordinata da UNI Finance, cercherà di aumentare l’effetto leva dei sindacati associati attraverso maggiori azioni e campagne congiunte. I sindacati della TUA  collaboreranno per implementare gli obiettivi comuni indipendentemente dalle differenze organizzative tra loro.
  • I sindacati della Trade Union Alliance di Unicredit si impegnano a condividere informazioni, comprese quelle sulla negoziazioni collettive nazionali. Si stabiliranno programmi e progetti comuni di formazione per offrire assistenza reciproca alle organizzazioni sindacali che lo richiedono, La Trade Union Alliance dovrebbe riunirsi di massima, al meno una volta all’anno.
  • Unicredit è un gruppo bancario internazionale. Il management di Unicredit sfrutta la sua presenza internazionale per delocalizzare e trasferire lavoro nei vari paesi, secondo il costo e l’opportunità. Ciò non agevola i lavoratori di Unicredit. Queste Organizzazioni Sindacali sono rigorosamente contro queste politiche industriali.
  • La Trade Union Alliance sosterrà tutte le iniziative, campagne ed altre, che garantiscono una cultura imprenditoriale interna e procedure operative a favore della vendita responsabile dei prodotti finanziari, e che si migliori e prosegua  il  dialogo su questo tema con l’azienda.
  • La Trade Union Alliance ritiene fondamentale giungere alla stipula di un Global Framework Agreement tra l’Azienda ed il CAE di Unicredit insieme ad UNI FINANCE per garantire la tutela di diritti fondamentali e per migliorare il livello di relazioni industriali in tutti i paesi dove il Gruppo è presente.
  • I diritti dei lavoratori, il riconoscimento del sindacato e le effettive negoziazioni in tutti i Paesi dove Unicredit opera sono di massima priorità.
  • La Trade Union Alliance di Unicredit ricerca una stretta cooperazione con il Comitato Aziendale Europeo di Unicredit.
  • La Trade Union Alliance di Unicredit faciliterà la collaborazione, condividerà  informazioni e pubblicherà le attività realizzate dai sindacati.

La TUA segue con estrema attenzione la situazione in Germania a fronte delle dichiarazioni del management di UniCredit Bank AG sulla chiusura di circa il 50%  degli  sportelli e degli impatti che avrà sui Lavoratori coinvolti.

La TUA di Unicredit sostiene le rivendicazioni del sindacato Ver.di. e del consiglio aziendale di Unicredit Bank AG a tutela e difesa dei legittimi interessi dei Lavoratori tedeschi.

Nei prossimi mesi sarà redatta la bozza dello statuto della Trade Union Alliance che sarà inviato a tutti i sindacati della TUA stessa e sarà altresì definita una proposta per definire gli organismi interni della TUA.

Torino, 25 febbraio 2014

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CAE, Evidenza, Rassegna Stampa

Comunicato unitario sull’incontro del 21 febbraio inerente UCCMB

Posted on 26 Febbraio 201427 Febbraio 2014 By Claudio Voghera
Comunicato unitario sull’incontro del 21 febbraio inerente UCCMB

Segreterie di Gruppo

UCCMB : CHIEDIAMO INFORMAZIONE E CHIAREZZA

Le organizzazioni sindacali di UCCMB e le Segreterie di Coordinamento del Gruppo hanno incontrato il giorno 21 febbraio 2014, il responsabile delle relazioni sindacali di Unicredit, l’HR della holding e di Uccmb.
La delegazione aziendale ha confermato che, stante il persistente interesse di investitori, si stanno valutando ulteriori cessioni di crediti deteriorati.
Per quanto riguarda UCCMB l’Azienda ha confermato che sta proseguendo lo studio di fattibilità, che, a oggi, risulta ancora nella fase preliminare, precisando al riguardo che detto studio è giunto alla fase di raccolta delle formali manifestazioni d’interesse da parte di terzi.
L’Azienda ha tenuto a precisare che nessuna trattativa è stata avviata e che non è stata effettuata alcuna due diligence. A tal proposito è stato riferito che aggiornamenti si potranno avere tra circa un mese.
L’Azienda, nel confermare che le soglie di conferimento dei crediti a UCCMB andranno a regime a far data dal 1 marzo, ha comunicato che saranno tre le risorse che verranno distaccate da UCCMB a UniCredit Spa; tuttavia, qualora particolari esigenze operative lo richiedessero, previa idonea informativa alle OO.SS., potrebbe essere valutato un incremento di tal numero.
Per quel che concerne l’incremento dei carichi di lavoro sul Work Out e sullo Special Credit in generale, derivante dall’abbassamento delle soglie di conferimento a Uccmb, l’Azienda ha riferito di aver raccolto le preoccupazioni già espresse dalle OO.SS. relative ai flussi di lavoro e di aver avviato uno studio di rafforzamento dello Special Credit, che porterà a modifiche sia organizzative sia strumentali, compresa la soluzione della oramai annosa, problematica della procedura WPM.
L’Azienda ha comunicato che nei prossimi giorni ci sarà un incontro ad hoc, dove verranno esaminati i soli interventi che riguarderanno il Work Out.
Su richiesta delle OO.SS. il responsabile HR di UCCMB, nel confermare che il job market è ancora contingentato, ha ribadito che tutte le risorse che aderirono e sono state selezionate entro il primo semestre del 2013, sono rientrate tutte nei ruoli  previsti e che non ci sono ulteriori posizioni da regolarizzare.
L’HR di UCCMB, inoltre, su espressa richiesta delle OO.SS. ha riferito che il processo di affiancamento dei gestori “Alfa” ai gestori UCCMB è da considerarsi concluso.
Le OO.SS., pur apprezzando l’approccio aziendale aperto all’informativa e al confronto, di là delle previsioni di legge e di contratto, avendo ben presenti le forti preoccupazioni che i lavoratori hanno espresso nelle assemblee e ribadendo l’importanza di UCCMB e dello Special Credit all’interno del mondo Unicredit, hanno dichiarato che vigileranno con la massima attenzione su ogni tipo di sviluppo societario, con l’obiettivo di definire sempre le massime garanzie occupazionali possibili e salvaguardare la professionalità dei lavoratori e delle lavoratrici.

Le Segreterie di Coordinamento
Dircredito-Fabi-Fiba/Cisl-Fisac/Cgil-Sinfub-Ugl Credito-Uilca
Gruppo UniCredito

25 febbraio ’14

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Evidenza, Newsletter & Comunicati Gruppo Unicredit

Comunicato unitario delle OO.SS del Gruppo UniCredit sull’incontro per le società di Leasing

Posted on 25 Febbraio 2014 By Claudio Voghera
Comunicato unitario delle OO.SS del Gruppo UniCredit sull’incontro per le società di Leasing

Gruppo UniCredit

Leasing:

sono ancora molti gli aspetti da approfondire

Il giorno 21 febbraio 2014 si è svolto a Milano il primo incontro inerente:
processo di integrazione delle realtà Leasing del Gruppo UniCredit – razionalizzazione delle strutture di governo di UniCredit Leasing – fusione per incorporazione di Fineco Leasing spa in UniCredit Leasing spa.

Di seguito vi esponiamo l’illustrazione della Capogruppo e le richieste di chiarimento delle Organizzazioni Sindacali.

L’Azienda ha precisato che si tratta di un primo incontro per presentare il progetto, raccogliere domande e osservazioni per poi rivedersi successivamente. La fusione rientra a pieno titolo nel progetto di riorganizzazione del perimetro Italia del Gruppo, nell’ambito della razionalizzazione delle strutture. Si tratta di un processo definitivo ed irreversibile che sarà perfezionato con atto entro il 31 marzo per permettere il trasferimento del rapporto di lavoro dei colleghi e delle colleghe di Fineco Leasing in Unicredit Leasing con decorrenza 1 aprile 2014.

La razionalizzazione di UniCredit Leasing anticipa la trasformazione che vedrà la rete passare dalle attuali 4 aree e 12 filiali ad un modello di servizio su 7 aree, che punteranno sui canali distributivi: agenti, banca e gestione del portafoglio. Le filiali confluiranno all’interno delle 7 aree, quindi per canale di distribuzione: investment banking, supporto dei canali, big tickets. Le 7 aree saranno speculari alle 7 Region della banca commerciale per garantire un miglior presidio del territorio.

Un’unica società di leasing non più sub-holding internazionale del gruppo, ma un progetto che guarda esclusivamente al perimetro Italia, coerente con i principi del Piano industriale di vicinanza al cliente.

L’Azienda ha dichiarato che il progetto Euroleasing è in una fase cruciale, il 90 per cento dei test sono stati effettuati, ci sarà la chiusura dei test entro breve per un’analisi finale e la decisione della data della partenza.

Ci sarà un periodo di convergenza di Fineco Leasing verso UCL, attraverso la creazione di una “divisione Brescia”, una struttura ben evidente che per la parte commerciale manterrà lo strumento originario (piattaforma informatica di fineco leasing) e consentirà la continuità aziendale, mentre per la struttura delle Competence Line: crediti, finanza, legale e compliance affiancherà quella di UCL, si realizzerà dipendenza gerarchica già dal primo di aprile.

Indicativamente dal primo agosto tutti utilizzeranno la piattaforma informatica di UniCredit Leasing.

L’Azienda consegnerà alle Organizzazioni Sindacali un documento con un organigramma con le caselle della divisione Brescia, con i numeri dei colleghi di fianco ai colleghi UCL.

La nuova società post fusione partirà con 712 dipendenti: 586 UCL e 126 Fineco Leasing.

L’Azienda ha tenuto a precisare che la nuova legge di stabilità prevede misure fiscali tali da rendere il “prodotto Leasing” più conveniente per la clientela sia aziende, sia professionisti. Tali misure hanno reso possibile un rilancio ed una rivalutazione del prodotto inserito a pieno titolo nel catalogo della Banca Commerciale.

Normative di riferimento

Capogruppo ha precisato che dal 1 aprile il rapporto di lavoro dei colleghi/e di Fineco Leasing passerà “senza soluzione di continuità” in capo alla società incorporante UCL. Conseguentemente verranno meno le previsioni in essere presso Fineco Leasing, sostituite integralmente dalle normative applicate in UCL. UniCredit considera obsolete le previsioni sugli Inquadramenti contenute nel Contratto Integrativo Aziendale di UCL, necessitano pertanto di una “revisione complessiva”.

Ricadute occupazionali

Le conseguenze occupazionali rientrano pienamente nelle previsioni del Piano Industriale 2010/2015, cui sono seguiti gli accordi 18.10.2010 e 15.9.2012. La fusione non determina ulteriori specifiche eccedenze. A tal proposito l’Azienda ha dichiarato che lavorando in modo intelligente sull’aspetto inquadramentale e sulla mobilità professionale possano essere superflui ulteriori interventi. E’ necessario uno sforzo congiunto per agevolare un processo di riconversione dei colleghi che dovranno essere preparati a gestire il nuovo modello.

Osservazioni, chiarimenti e/o approfondimenti delle OO.SS.

  • L’illustrazione dell’azienda per alcuni aspetti corregge ed integra le cose che sono state dette tempo fa, (90 esuberi nella presentazione del 23/24 novembre del 2011, 250 in quella del 5 febbraio 2013), ora l’organico sarà determinato dalla somma del personale delle due società. E’ necessario capire meglio le logiche che sottendono a questo cambio d’impostazione in quanto, in particolare rispetto all’incontro del 5/2/13 dove si era parlato del leasing come di un prodotto in via di superamento, oggi sembra sia possibile rivitalizzarlo per effetto di benefici fiscali, un ulteriore per noi elemento di salvaguardia occupazionale.
  • Ferma la scelta di privilegiare il canale di vendita rappresentato dalle filiali della banca è necessario chiarire il futuro del canale agenzie esterne.
  • Va meglio precisato il progetto di integrazione con il canale banca: come si realizzerà, in quali tempi, sarà istituita la figura dello specialista del prodotto leasing, sarà venduto esclusivamente a clienti?
  • Per quanto riguarda la riorganizzazione ante fusione, abbiamo visto nel dettaglio la struttura GBS, ma non quelle di: CRO, CFO, HR, Special network leasing, Legal.
  • Circa il sistema informatico Euroleasing ci risulta un applicativo estremamente costoso e non ancora concretamente utilizzabile, i test hanno avuto esito positivo? Dagli elementi in nostro possesso sembrerebbe ancora inaffidabile. Abbiamo sottolineato che la scelta di anticipare la fusione rispetto all’avvio della nuova piattaforma sia sbagliata. Ciò impone al personale Fineco un doppio passaggio: prima sulla piattaforma UCL, poi su Euroleasing. Abbiamo chiesto di conoscere i tempi delle due migrazioni e una formazione adeguata del personale.
  • Abbiamo dichiarato che per il Sindacato gli elementi fondamentali sono la difesa dell’occupazione e la limitazione della mobilità territoriale, oltre alla salvaguardia delle professionalità esistenti.
  • Ai fini della difesa occupazionale abbiamo ritenuto di sottolineare come il personale sarà impiegato per un lungo periodo nella gestione della “vasca” (gestione dei beni ritirati).
  • Abbiamo denunciato il ricorso massiccio, sia in UCL, Sia in Fineco, a consulenze esterne, a collaborazioni e ad esternalizzazioni di attività che, se riportate nel Gruppo potrebbero impiegare molte persone ed annullare l’impatto occupazionale derivante dalle prevedibili sinergie.

Dall’illustrazione ci pare anche di aver colto una correzione rispetto all’impostazione “tutti a Milano” che, se confermata, valuteremmo molto positivamente. Nell’interesse reciproco invitiamo l’azienda a ragionare sulla multipolarità. Portare il lavoro dove ci sono i lavoratori e non il contrario,. Anche sull’utilizzo del job posting ci risulta che non tutti siano stati accontentati o che non abbiano una prospettiva temporale di spostamento e che addirittura non si possa utilizzare.

Un’altra modalità di gestione della mobilità è quella dell’accoglimento delle richieste di avvicinamento.

In sintesi è possibile ottenere un risultato ottimale utilizzando strumenti tradizionali e non traumatici.

Ci risulta che in ambedue le società sia usa chiudere in agosto, ci serve di capire se tale consuetudine è confermata., perché anche qui ci sono le pressioni per l’inserimento dei piani ferie in assenza di un elemento fondamentale.

Per questa Organizzazioni Sindacali il Contratto Integrativo UCL è tuttora vigente e deve continuare a produrre effetti in particolare per gli Inquadramenti fino a quando non ci saranno elementi nuovi, pur essendo disponibili a concordare quegli interventi di manutenzione che dovessero rendersi necessari.

La Capogruppo preso atto delle richieste delle organizzazioni sindacali si è riservata di entrare nel merito di tutte le tematiche da noi presentate in un prossimo incontro che indicativamente sarà nei primi giorni di marzo.

Vi terremo tempestivamente informati.

Milano 22/02/2014

Le Segreterie di Gruppo UniCredit

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Comunicato Segreterie Nazionali sul rinnovo del CCNL

Posted on 24 Febbraio 2014 By Claudio Voghera

Rinnovo del Contratto del Credito:

una piattaforma in tempi brevi per dire NO ai ricatti di Abi

Dopo la disdetta del Contratto da parte di Abi, anticipata di 10 mesi sulla naturale scadenza, la grande mobilitazione proclamata dalle Organizzazioni Sindacali e sostenuta con forza e consapevolezza dalle lavoratrici e dai lavoratori della Categoria ha permesso di raggiungere il duplice obiettivo di trovare l’accordo per gli adeguamenti di legge del Fondo di Solidarietà e di far ritirare la disdetta del CCNL.

Il 20 dicembre 2013 è stata respinta l’idea di Abi di stravolgere l’architettura del Fondo esuberi e del Contratto Nazionale.

Pur soddisfatti dell’esito del primo “round” dobbiamo essere in grado di contrastare il disegno di ABI, che non è certamente tramontato, di smantellare il contratto collettivo nazionale di lavoro. E’ necessario quindi dar seguito alla lotta espressa dalla categoria per elaborare una nostra proposta di modello di banca diverso da quello attuale e definire in tempi brevi una piattaforma rivendicativa da sottoporre al giudizio e al voto delle lavoratrici e dei lavoratori.

La crisi economica che si sta protraendo da oltre 5 anni ha fortemente inciso sui risultati delle banche sia a causa del grave deterioramento delle attività creditizie che per l’incapacità endemica della classe dirigente delle banche di individuare risposte che non siano di breve o brevissimo periodo.

Ancora una volta i banchieri intendono rispondere alla riduzione di redditività con la trita ed insostenibile ricetta del taglio dei costi che passa attraverso le riduzioni di personale, l’esternalizzazione delle attività e il ridimensionamento degli stipendi, degli inquadramenti e del welfare aziendale, oltre che con un attacco senza precedenti alle garanzie del contratto nazionale.

In ragione di questa situazione la risposta della Categoria deve essere adeguata allo scontro in atto e prevedere la definizione di una piattaforma incentrata sulle tutele fondamentali, oggi sotto attacco dalla controparte: occupazione, area contrattuale, salario e contrattazione di 2°livello.

Occupazione e Area contrattuale

La difesa dell’occupazione e dell’area contrattuale è centrale per la Categoria.

Bisogna salvaguardare i posti di lavoro, impedire il ricorso alle esternalizzazioni di lavorazioni e di lavoratori e incentivare le assunzioni.

In questi anni, pur in misura ridotta per gli effetti della crisi e delle ristrutturazioni, le banche hanno attivato nuove assunzioni a copertura parziale del turn over per esodi e pensionamenti e questo si deve alle trattative sindacali nelle Aziende e nei Gruppi.

Il fenomeno delle esternalizzazioni, che in passato non aveva caratteristiche rilevanti, ha visto nell’ultimo periodo le aziende ricorrervi in maniera strutturata con motivazioni spesso discutibili e sicuramente mai condivise dal sindacato.

In questo rinnovo è necessario definire ulteriori norme più vincolanti e cogenti da integrare con le

tutele già presenti nel CCNL.

Salario

Bisogna respingere il ricatto che anche di recente Abi continua a riproporre: ”nessun aumento salariale in cambio del mantenimento dell’occupazione”.

Questa modalità non è solo ingiusta perché vuol far pagare la crisi esclusivamente ai lavoratori (dimenticando o fingendo di ignorare le gravi responsabilità del Top Management nell’aver portato la gran parte delle banche nella situazione di difficoltà in cui si trovano ora),ma è anche profondamente sbagliata!

Dalla crisi si esce solo con un aumento della domanda interna(tesi sostenuta da gran parte degli economisti) e questo è possibile solo se si aumentano i salari e si difende l’occupazione.

Noi rivendichiamo il recupero del potere d’acquisto delle retribuzioni a partiredalla tabellizzazione degli aumenti del contratto scorso ed il ripristino degli accantonamenti completi per il TFR e gli altri istituti aziendali.

Bisognerà infine individuare una regolazione degli emolumenti dei Top Manager, come peraltro autorevolmente auspicato dalla Banca d’Italia e dai regolatori europei, anche in rapporto con le retribuzioni del restante personale.

Contrattazione di 2°livello

Anche su questo terreno deve essere respinto l’aut aut lanciato nei giorni scorsi dalla controparte sui media: o incrementi salariali o contrattazione di 2°livello!

La contrattazione integrativa nelle Aziende e/o nei Gruppi ha una grande tradizione nella nostra categoria e ha permesso di negoziare nel tempo premi di produttività, organizzazione del lavoro e percorsi professionali, coperture pensionistiche ed assistenziali integrative in varie e molteplici forme.

E’ un patrimonio da non disperdere, anzi da rilanciare a partire dal welfare e dai nuovi modelli organizzativi(con relativa negoziazione degli orari,delle professionalità, degli inquadramenti e della formazione).

Vista l’incapacità dei banchieri ad individuare una via di uscita dalla crisi che non intacchi garanzie e professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori bancari, affiancheremo alla piattaforma rivendicativa un documento con la nostra proposta per un nuovo modello di banca alternativo a quello di ABI.

Partendo dall’analisi dello scenario del settore, individueremo e discuteremo con i colleghi e le colleghe, le nostre proposte sui temi che intendiamo portare all’attenzione dei banchieri e dell’opinione pubblica, non solo contrattuali, ma anche relativi alle nuove sfide poste dai modelli distributivi, dall’ambito di azione delle banche e per una più ampia partecipazione e coinvolgimento di lavoratori e territorio alla vita e al futuro di un settore essenziale del Paese.

ABI ci ha convocato il prossimo 3 marzo. In ottemperanza agli impegni formalmente assunti a dicembre non ci sottrarremo al confronto, fermo restando che, per far ripartire la discussione contrattuale dalle esigenze della categoria, nessuna trattativa per il rinnovo del CCNL si può aprire prima delle assemblee con le lavoratrici ed i lavoratori, che saranno programmate a partire dalla metà del mese di marzo.

E’ nostro impegno tenere informata la categoria di ogni passaggio con la controparte.

Roma, 24 febbraio 2014


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